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Il Superbonus è una detrazione fiscale che ha subito molte modifiche nel corso del tempo, precisamente 10 correttivi tra il 2020-2021.
Se ne sono aggiunti altri 10 pubblicati nel 2022 dal Governo Draghi, oltre che gli altri 3 del Governo Meloni, per un complessivo di 23 provvedimenti di modifica.
I correttivi 2022-2023 hanno, però, riguardato sostanzialmente il meccanismo di cessione del credito, ovvero il motore che ha consentito a tutti l’utilizzo dei bonus fiscali (super e ordinari).
La classificazione dei crediti fiscali: come funziona?
Come funziona la classificazione dei crediti fiscali? La questione nasce nel 2021 a seguito di una specifica richiesta di ISTAT alla Commissione europea sulla “pagabilità” o “non pagabilità” del Superbonus alla luce del meccanismo di cessione del credito che diminuirebbe la probabilità che il credito stesso vada perduto.
L’8 giugno 2021 viene presentato all’ISTAT il parere della Commissione Europea, in cui sostanzialmente non si da una risposta al quesito ma si afferma solo che il problema dovrà essere affrontato con un aggiornamento del manuale SEC 2010 e Manual on Government Deficit and Debt (MGDD).
Secondo il parere di Eurostat, in fatti, le attuali regole non prevedrebbero dei criteri precisi su questi aspetti che permettano di definire con chiarezza se la misura sia “non-payable” (a riduzione delle entrate fiscali per la quota detraibile nell’anno) o “payable” (come spesa per l’intero importo del credito concesso).
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Quali sono i nuovi limiti imposti da Eurostat?
L’aggiornamento del Manual on Government Deficit and Debt (MGDD) è puntualmente arrivato ed ha fornito delle novità nel capitolo che riguarda la “registrazione dei crediti fiscali”: si parla dei casi limite tra crediti d’imposta pagabili e non pagabili.
Chiariamo subito che la differenza tra un credito pagabile ed uno non pagabile è netta e va ad incidere direttamente sui conti dello Stato:
- il credito considerato “non pagabile” o anche “non esigibile”, “a fondo perduto” o “sprecabili”), è quello tale per cui tutti gli importi del credito d’imposta che eccedono il debito del contribuente nel periodo d’imposta sono persi; in questo caso il credito va a riduzione delle entrate fiscali per la quota detraibile nell’anno;
- il credito considerato “pagabile” o anche “rimborsabile” o “non sprecabile”, è quello in cui l’intero l’importo del credito d’imposta viene comunque corrisposto al beneficiario, comportando il pagamento dell’eccedenza quando lo sgravio fiscale è superiore al debito d’imposta. In un sistema di crediti d’imposta pagabili, i pagamenti o gli obblighi di pagamento sono concessi indipendentemente dall’entità del debito d’imposta, anche nel caso dove non sussiste alcun obbligo fiscale. I crediti d’imposta pagabili sono quindi passività pubbliche non contingenti: esse rappresentano un obbligo attuale per il governo.
Da questa definizione, sarebbe chiaro che i crediti come i bonus edilizi, prescindendo dal meccanismo di cessione del credito, dovrebbero essere considerati “non pagabili” in considerazione proprio dell’assenza di una norma che prevede che nel caso in cui il credito risulti essere maggiore del debito del contribuente, lo Stato ne paghi l’eccedenza.
Il parere della commissione UE sul Superbonus
La Commissione UE insiste sul fatto che la possibilità di cessione multipla diminuirebbe il rischio di perdere il credito o parte di questo.
Secondo Eurostat, se il credito è cedibile di fatto diventa un bene sul quale esiste una precisa responsabilità del Governo sul valore del credito può essere determinato in modo affidabile, altrimenti il beneficiario iniziale non lo sarebbe in grado di trovare un acquirente interessato.