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La stretta voluta dal governo di Giorgia Meloni – che ha deciso di non rinnovare l’agevolazione al 110% per i lavori di ristrutturazione edilizia, ponendo nuovi paletti molto stringenti per l’apertura dei cantieri – sta iniziando ad avere effetti tangibili sul comparto delle costruzioni.
In particolare, osservando i dati raccolti da Enea (l’Agenzia nazionale per le tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico) e diffusi lo scorso 30 aprile 2023, emerge in maniera evidente come siano in netto calo sia le asseverazioni relative ai lavori edilizi, sia gli investimenti stanziati dai soggetti privati e dagli enti pubblici.
Superbonus, gli effetti della stretta: cala il volume degli investimenti
A livello di numeri assoluti, sembrano essere gli edifici unifamiliari (che comprendono i caseggiati isolati, le villette di proprietà e le singole abitazioni urbane) quelli che subiscono lo stop più importante: difatti, nel solo mese di aprile 2023, si registra un calo di 4,2 punti percentuali per quanto riguarda le asseverazioni, mentre gli investimenti perdono addirittura 7,3 punti percentuali.
Focalizzandosi su queste situazioni, pare evidente come l’importante decrescita dei progetti di ristrutturazione edilizia sia dovuta principalmente a due fattori concomitanti: da una parte l’inserimento di una serie di scadenze molto meno flessibili rispetto al recente passato, dall’altra la quota inferiore di rimborso delle spese sostenute (che passa dal 110% al 90% già durante l’anno in corso, per poi scendere progressivamente al 75% e al 65% nei prossimi anni).
Asseverazioni, cantieri, risorse: il declino del Superbonus edilizio
I numeri non sono meno scoraggianti se si considerano anche i plessi condominiali e le residenze plurifamiliari: il dato complessivo stimato prendendo in analisi sempre i 30 giorni di aprile 2023 evidenzia una crescita degli asservimenti dello 0,9%. Siamo di fronte alla percentuale più bassa mai registrata dal 2020 ad oggi (ad esempio, a marzo scorso era ancora al 3,9%).
L’andamento è molto simile anche per quanto riguarda il volume totale degli investimenti: nell’anno corrente siamo passati dal +5% di febbraio e dal +8% di marzo ad un misero +2,5 nel mese di aprile.