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Dopo l’allarme riferito ad aprile, di cui vi avevamo dato notizia, Bankitalia punta ancora i riflettori sulla preoccupante situazione dei mutui: nel mese di maggio infatti i tassi di interesse hanno ancora subito un aumento significativo, attestandosi a 4,58%.
Secondo i dati rilasciati, questa marcata crescita dei tassi rappresenta una sfida per i potenziali mutuatari e le famiglie che cercano di accedere al credito immobiliare. Scopriamo le implicazioni di questa crescita e le possibili conseguenze sui proprietari.
Mutui: gli aumenti del 2023
I dati arrivano direttamente da “Banche e Moneta”, la pubblicazione mensile della Banca d’Italia che contiene statistiche sui bilanci delle banche, sui tassi di interesse bancari e sulla politica monetaria.
Secondo le informazioni pubblicate, i tassi di interesse per i mutui, comprendendo anche le spese accessorie, come il Tasso Annuale Effettivo Globale o TAEG, hanno registrato un livello del 4,58% nel mese di maggio, contro un tasso del 4,52 per quel che riguardava il mese di aprile.
A segnalare l’incremento l’Unione Nazionale Consumatori, che ha collocato l’aumento a 170 euro al mese o 2.040 euro all’anno nelle spese per i mutuatari.
Un aumento che, dichiara Massimiliano Dona, presidente dell’Unc,
comporta un aumento della rata, per chi ha stipulato un mutuo a tasso variabile adesso, da 603 a 773 euro rispetto a un anno fa. Rispetto a due anni fa, l’impatto è di 204 euro in più, ovvero 2.448 euro all’anno.
È il TAEG a subire la crescita maggiore: secondo Bankitalia, infatti, si stima che il Tasso Annuo Effettivo Globale sulle nuove concessioni di credito al consumo abbia raggiunto il 10,43%, aumentando di 0,14 punti percentuali rispetto al mese precedente.
Dai dati forniti da Bankitalia emerge anche un aumento del valore complessivo dei mutui concessi in Italia dal 2017 a oggi, che ha raggiunto 50 miliardi di euro, portando il totale ad aprile a 425 miliardi e mezzo di euro.
Aumentano le insolvenze
Con l’aumento dei tassi dei mutui si è però registrata un’altra tendenza preoccupante, ovvero l’aumento delle insolvenze.
A fotografare la situazione è questa volta l’analisi della Fabi, Federazione Autonoma Bancari Italiani, la quale ha riportato che le rate non pagate dalle famiglie italiane, gravate dall’aumento dei tassi e del costo del denaro, ammontano a circa 15 miliardi di euro, di cui 6,8 miliardi relativi alle rate dei mutui.
Qual è la situazione sul territorio? Al primo posto per inadempienze la Lombardia, con un totale di 2 miliardi e 654 milioni di rate non pagate, di cui oltre la metà (707 milioni) riguardano i mutui. Seguono il Lazio, con un totale di 2 miliardi di rate non pagate, e la Campania, con un ammontare di 1 miliardo e 434 milioni. Anche in questo caso, i mutui sono responsabili delle maggiori difficoltà.