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“Consuma di più il termosifone o condizionatore?” è un dubbio amletico senza soluzione… o forse no?
Vediamo quale tra le due soluzioni è la più conveniente così da evitare importi salati in bolletta, più di quanto lo siano già a causa degli aumenti di luce e gas.
Consumi energetici del condizionatore: quali sono?
I condizionatori A+++ di ultima generazione prevedono una spesa iniziale piuttosto alta, ma permettono di riscaldare più velocemente gli spazi; un secondo vantaggio dei condizionatori a pompa di calore è la possibilità di accenderli e spegnerli quando si preferisce, anche quando si è fuori casa; inoltre non è richiesta particolare manutenzione dopo l’installazione.
Uno degli svantaggi riguarda i consumi: circa 400 watt l’ora, ovvero 1,2 kW/h. Ponendo il caso un un’abitazione con 3 condizionatori che vengono accesi 50 ore a settimana, si stima un consumo totale di 60 kW a settimana.
Calcolando che 1 kW costa attualmente circa 0,361 *[GN1] centesimi, si può determinare il costo al mese (72 euro circa). Ovviamente, le spese possono essere ridotte, se i condizionatori vengono spenti nelle stanze che in quel momento non si utilizzano o quando si esce di casa.
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Consumi energetici del termosifone
Nel caso dei termosifoni, il consumo del gas è influenzato da diverse variabili come:
- la grandezza della casa;
- la città di residenza;
- la presenza di un riscaldamento autonomo o centralizzato;
- la temperatura esterna e quella che si desidera avere.
In questo caso, è molto più complicato fare un calcolo preciso della spesa, ma si può azzardare tra i 100 e i 300 euro, una cifra più alta rispetto ai condizionatori.
I termosifoni: vantaggi e svantaggi
I termosifoni si riscaldano grazie all’acqua calda, ottenuta dalla combustione del metano, proveniente dal circuito collegato alla caldaia.
Quelle nuove sono molto efficienti e si attivano solo quando la temperatura scende sotto una soglia, si possono programmare e richiedono solo un controllo ogni 2 anni.
Mentre i condizionatori sono in grado in poco tempo di riscaldare le stanze, la caldaia ci impiega più tempo per scaldare l’intero impianto di distribuzione dell’acqua e, dunque, l’ambiente ma può essere anche sfruttata per produrre acqua calda ad uso sanitario, evitando così l’utilizzo dello scaldabagno.
Il metano raggiunge la caldaia e non c’è dispersione di energia, cosa che purtroppo accade con la corrente elettrica.
Dunque, i termosifoni richiedono più tempo per riscaldare casa, ma garantiscono minore spreco di energia.
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Condizionatori: vantaggi e svantaggi
I condizionatori a pompa di calore consentono di riscaldare gli ambienti domestici in tempi rapidi, inoltre, grazie alla loro tecnologia inverter, modulano in automatico la potenza dell’aria calda o fredda necessaria per mantenere la temperatura impostata senza frequenti spegnimenti e accensioni.
L’aria viene prelevata e poi ri-emessa una volta riscaldata, producendo un riscaldamento dell’ambiente prima nella parte alta e poi pian piano a scendere verso il pavimento garantendo un confort migliore e l’ottimizzazione dei consumi energetici.
Il condizionatore è un ottimo alleato per fare fronte ai primi abbassamenti delle temperature: infatti, più le temperature sono basse e più le loro performance si abbassano, fino talvolta a smettere di funzionare al di sotto dello zero!
La manutenzione periodica dei condizionatori riguarda la sostituzione o la pulizia dei filtri d’aria.
Conclusione…
Quindi, il condizionatore è più conveniente rispetto al termosifone se si desidera scaldare piccoli spazi in tempi rapidi e la strategia ideale sarebbe alimentarli con energia prodotta da pannelli fotovoltaici, per rendere il riscaldamento attento alla sostenibilità ed al portafoglio!
*[GN1] È la quotazione al 26/01/2023.
*Questo contenuto ha scopo informativo e non ha valore prescrittivo. Per un’analisi strutturata su ciascun caso personale si raccomanda la consulenza di professionisti abilitati.