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In uno scenario molto particolare, in cui tanta attenzione del mondo immobiliare è rivolta agli affitti e alla difficile situazione abitativa in Italia, abbiamo voluto intervistare Andrea Napoli, CEO e Founder di Locare.
La nuova Professioneaffitti
Lo abbiamo fatto a pochi giorni dalla notizia del lancio di Professioneaffitti, la nuova business unit di Professionecasa, nata dall’incontro con la Locare di Napoli, per fornire alle agenzie un portale con cui redigere e poi registrare le locazioni, comprese quelle a canone concordato, tutelare le parti coinvolte e archiviare tutti i vari contenuti degli accordi. Oltre a questo, verrà erogato un programma formativo sulle nozioni legislative e commerciali della locazione.
Le soluzioni al gap di offerta
Nelle grandi città chi cerca casa in affitto si scontra spesso con una carenza di offerta. Quali sono le soluzioni che potrebbero risolvere il gap con la domanda e quali consigli darebbe a chi è impegnato nella ricerca in questo momento?
Il post-pandemia ha fatto emergere tutta la fragilità del mercato delle locazioni, un mercato regolato dalla legge 431 del 98, una norma vecchia di 25 anni che necessita di una riforma urgente che tenga conto delle mutate esigenze abitative degli italiani.
Un adeguato impianto normativo, oltre a regolamentare i cosiddetti affitti brevi, dovrebbe permettere al proprietario, attraverso la revisione in alcune città dei parametri previsti dal canone concordato, di beneficiare di una tassazione più bassa e di conseguenza di una redditività più alta.
Inoltre il ricorso a un’adeguata politica di social housing sociale che permetta di calmierare i prezzi, potrebbe essere da stimolo per riavvicinare proprietari e investitori al mercato della locazione.
Chi è impegnato nella ricerca oggi ha una carta in più: tramite la certificazione può dimostrare il proprio merito locatizio, la propria solvibilità e capacità di spesa al fine di permettere al proprietario, spesso diffidente, di acquisire fiducia, quella fiducia che talvolta ha perso a causa di esperienze negative con locatari insolventi.
I professionisti della rete
Quali sono i punti di forza dei professionisti della vostra rete e in che modo affiancano locatori e locatari nel raggiungere un accordo?
Locare fornisce ai professionisti strumenti evoluti che da un lato permettono loro di analizzare il merito locatizio del futuro inquilino, ovvero di analizzare la sua capacità di spesa e se nel futuro sarà o meno in grado di far fronte ai propri impegni, dall’altro annullano la necessità del deposito cauzionale e tutelano il proprietario in caso di mancato pagamento del canone di locazione, rimborsandogli i canoni impagati.
Non solo, consapevoli dell’enorme risparmio fiscale che l’utilizzo del contratto di locazione a canone concordato può dare, per primi in Italia lo abbiamo digitalizzato portandolo direttamente sulla nostra piattaforma dove, con pochissimi click, i nostri agenti possono calcolare la fascia di oscillazione, compilare il contratto e asseverarlo tramite l’Associazione ARPE Federproprietà. Il servizio è attivo su Roma e a breve verrà esteso nelle principali città italiane.
La cultura italiana dell’affitto
Rispetto ad altri Paesi europei, l’Italia ha ancora una fortissima cultura immobiliare orientata alla proprietà. Secondo lei questo approccio può cambiare o gli affitti rimarranno ancora per molto una soluzione percepita come temporanea in attesa di poter comprare casa?
Chi come me è nato negli anni ’70 appartiene a quella generazione nata e cresciuta nel pieno di quel boom economico in cui le abitazioni erano sinonimo di affermazione sociale, di scatto di classe, una sorta di monumento infungibile asservito a certificare il passaggio dal mondo rurale a quello moderno.
Il mondo moderno, quello in cui le case avevano finalmente un bagno, uno e uno soltanto, il riscaldamento, le camere ampie in cui allevare i 2/3 figli che ogni coppia aveva, il soggiorno e la cucina.
Un mondo in cui in affitto ci andava solo chi non si era affermato professionalmente perché la proprietà immobiliare era il bene infungibile per antonomasia.
Un mondo che esisteva fino a qualche anno fa, prima che la tecnologia facesse irruzione in modo così dirompente nelle nostre vite, cambiando e stravolgendo in modo irreversibile il nostro quotidiano e il settore immobiliare.
Ora il settore è nel pieno della sua IV Rivoluzione Industriale, quella della digital transformation, un passaggio che porterà un cambiamento radicale all’organizzazione sociale a cui ci siamo abituati durante l’ultimo secolo.
Il cambiamento culturale ha determinato forti mutamenti di carattere sociale. I cambiamenti demografici, la parcellizzazione della famiglia, il mutamento dei valori hanno avuto effetti importanti anche nella domanda abitativa.
Un tempo, i nostri genitori o i nostri nonni non avrebbero mai affittato casa a uno sconosciuto, mentre oggi grazie ad Airbnb tutto questo è diventato possibile. I bambini di oggi, quelli che frequentano la scuola dell’infanzia, non conosceranno mai un mondo senza intelligenza artificiale perché, grazie a prodotti comuni come gli smartphone, hanno già a disposizione tutto ciò che l’intelligenza artificiale può produrre.
L’industria immobiliare dovrà, a breve, iniziare a confrontarsi anche con i clienti del futuro, quelli della cosiddetta generazione Z che, ancor più della generazione Y, essendo nati e cresciuti nell’era digitale, si aspettano che la tecnologia sia sempre più al centro del processo di ricerca e di acquisto della casa.
Questa generazione, composta principalmente da giovani adulti che, per la prima volta, vivono in modo indipendente, è caratterizzata da una grande mobilità e da una tendenza a spostarsi spesso, sia per motivi di lavoro che di studio.
Di conseguenza, preferiscono affittare piuttosto che comprare casa, in modo da poter cambiare alloggio più facilmente. Il futuro dell’immobiliare necessariamente dovrà passare, quindi, anche per l’affitto perché nella società dei desideri è l’affitto che permette di vivere in zone altrimenti inavvicinabili, o di spostarsi con maggiore frequenza riducendo i costi.
Questo processo sancirà il passaggio “dalla casa con servizi ai servizi con la casa” con ricadute importanti sul piano dello sviluppo immobiliare e territoriale. Sarà necessario avere un approccio innovativo alla progettazione, realizzazione e gestione dell’edificio lungo il suo ciclo di vita, per massimizzare le ricadute positive, anche sotto il profilo dei rendimenti attesi.