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Nel momento in cui il proprietario di un alloggio o un appartamento decide di affittare la residenza ad un locatore, la sua preoccupazione dev’essere quella di tutelarsi dalla comparsa di eventuali imprevisti, soprattutto di natura finanziaria. Per farlo esistono diverse possibilità, ognuna diversa dalle altre.
In genere, per evitare brutte sorprese, il titolare della casa chiede all’affittuario il versamento del cosiddetto deposito cauzionale. Molte volte, però, in queste situazioni si sente parlare anche della caparra.
Vediamo le differenze tra questi due strumenti e in quali casi vengono utilizzati.
Cos’è la caparra
In base al tipo di contratto di locazione che viene stipulato tra il proprietario e l’inquilino, quest’ultimo è tenuto a versare una somma economica prestabilita che prende il nome di caparra.
La caparra è un quantitativo di denaro che il proprietario della casa chiede all’inquilino nel momento in cui si trovano per firmare il contratto di affitto. Ha un valore simbolico e serve a tutelare entrambe le parti da eventuali imprevisti: il titolare la richiede per evitare che la controparte disdica l’accordo all’improvviso; l’affittuario la versa per assicurarsi che l’appartamento non venga ceduto ad altri.
Qualora non vi siano problemi durante il periodo previsto dal contratto di affitto, la caparra viene restituita al locatario. In alcuni casi, però, può accadere che le parti si mettano d’accordo per utilizzare la somma già versata, trasformandola in rate dell’affitto (che così vengono scalate dal totale complessivo).
Che cos’è la cauzione e quanto vale
Per sua natura, la cauzione differisce dalla caparra sotto diversi aspetti. Infatti il deposito cauzionale – secondo quanto previsto dalla legge – viene versato dall’affittuario a garanzia della “buona prosecuzione del contratto di affitto”.
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In sostanza, serve al proprietario per tutelarsi da eventuali danni a cose e oggetti presenti all’interno della residenza: se il locatario danneggia qualcosa, la cifra depositata come cauzione viene trattenuta dal titolare dell’alloggio.
Anche in questo caso, la cifra viene restituita al conduttore se non sorgono problemi durante il periodo di affitto. C’è anche la possibilità che la cauzione venga usata dal proprietario per colmare eventuali inadempienze della controparte nel pagamento delle rate d’affitto, delle spese condominiali o delle spese relative alle utenze domestiche.