La transizione ecologica per ridurre al massimo la nostra dipendenza dai maggiori produttori di combustibili e di energia inquinante, passa anche da Sesto San Giovani, nell’hinterland milanese. Là dove un tempo i rifiuti si polverizzavano tra le “fiamme” di un inceneritore, adesso serviranno a produrre energia a zero emissioni. È proprio il caso di dire che risorgerà dalle “ceneri”.
A Sesto sorgerà la prima bioraffineria non inquinante. Il primo polo di economia circolare progettato per trasformare i fanghi da depurazione e la Forsu (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano). All’interno del processo di lavorazione, i rifiuti saranno riconvertiti in energia pulita, biometano, fertilizzante e calore.
Il progetto è della ZeroC, società pubblica della quale sono soci il Gruppo Cap (che gestisce il servizio idrico integrato nella Città metropolitana di Milano) e i comuni di Cinisello Balsamo, Cologno Monzese, Cormano, Pioltello, Segrate e Sesto San Giovanni. Città che potranno attingere energia da questo nuovo riconvertito impianto.
Questo progetto è una delle risposte concrete a una domanda tornata prepotentemente d’attualità in questi mesi di guerra tra Russia e Ucraina: come può l’Europa dipendere meno dai Paesi dell’Est?
Zero odori, zero emissioni
La biopiattaforma di via Manin, a Sesto, sarà carbon neutral (senza emissioni di CO2) e a zero odori. Prenderà il posto del camino bianco e rosso del termovalorizzatore Core, spento dopo vent’anni di attività. L’assessore regionale all’Ambiente, Raffaele Cattaneo, lo aveva salutato con queste parole:
In Lombardia ci sono oltre 3mila imprese autorizzate al trattamento dei rifiuti. La nostra Regione ha avuto il coraggio di fare gli impianti necessari. Non tutte le altre hanno avuto lo stesso coraggio. Oggi facciamo un passo in più: spegniamo uno dei più termovalorizzatori più vecchi e piccoli, quindi meno efficienti, tra quelli che abbiamo in Lombardia e accendiamo un percorso nuovo che porterà verso la biopiattaforma. Ma la logica è la stessa: occorrono gli impianti per fare in modo che l’economia circolare non sia solo uno slogan ma diventi realtà.
Produrrà energia pulita e fertilizzanti rari
Il nuovo termoimpianto sarà collegato al vicino depuratore e potrà valorizzare 65mila tonnellate l’anno di fanghi umidi, producendo oltre 11mila Mwh di calore per il teleriscaldamento. Nel contempo potrà generare il fosforo necessario per la produzione di fertilizzanti naturali e rari in Europa, tanto è vero che il nostro continente è costretto ad importarli per oltre l’80% del fabbisogno. Ancora: l’impianto accoglierà 30mila tonnellate all’anno di rifiuti organici da raccolta differenziata, per la produzione di biometano.
I cittadini saranno coinvolti nel monitoraggio e controllo delle attività e dell’impatto ambientale della biopiattaforma grazie alla costituzione di un organismo apposito, il Residential Advisory Board.
Info: https://www.zeroc.green/