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Nell’ambito della normativa immobiliare italiana si sente spesso parlare di categorie catastali, ovvero le classificazioni degli edifici fatte dal catasto per determinare la rendita catastale e, di conseguenza, il valore dell’immobile e la sua destinazione d’uso.
In questo contesto emerge la Categoria Catastale C3: quali sono gli immobili che vengono classificati come C3 e qual è la loro destinazione d’uso?
Ecco una guida completa alla Categoria catastale C3, i requisiti che la definiscono e le diverse modalità in cui può essere impiegata nel contesto del mercato immobiliare italiano.
Quali sono gli immobili di categoria C?
Come abbiamo visto, gli immobili vengono suddivisi in categorie catastali. In particolare, le categorie A e B si riferiscono agli immobili residenziali ed urbani. Le categorie D, E e F comprendono invece immobili a destinazione speciale.
Per quanto riguarda, invece, gli immobili di categoria C, ci si riferisce a:
- negozi e botteghe;
- magazzini e locali di deposito;
- laboratori per arti e mestieri;
- fabbricati e locali per esercizi sportivi;
- stabilimenti balneari e di acque curative;
- stalle;
- scuderie;
- rimesse e autorimesse;
- tettoie chiuse o aperte.
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Cosa si può fare in un C3?
Nella categoria catastale C spicca la classe C3, la quale identifica specifici locali e laboratori utilizzati per attività artigianali e per la lavorazione di prodotti semilavorati, successivamente trasformati in manufatti destinati alla vendita.
Sono inclusi in questa categoria immobili utilizzati da:
- falegnami;
- fabbri;
- meccanici;
- carrozzieri;
- elettrauto;
- altri simili.
Si tratta di spazi totalmente diversi da quelli abitativi o a uso commerciale di altra natura, con alcuni requisiti particolari.
Immobili di categoria C3: i requisiti
La categoria catastale C3, dunque, definisce immobili che non hanno l’obbligo di abitabilità, ma che devono avere alcuni requisiti specifici per poter rientrare in questa classe catastale.
Gli immobili C3, infatti, devono trovarsi in una posizione periferica, lontana dal centro della città. Gli spazi e le officine artigianali sono infatti tipicamente situati nelle zone periferiche, con rare eccezioni in posizioni centrali, come strade commerciali.
Inoltre, deve mancare l’adattamento tipico delle botteghe destinate alla vendita, nonostante, in alcuni casi, l’artigiano possa vendere direttamente al pubblico.
È importante notare che se un locale, originariamente classificato come categoria catastale C3, perde le caratteristiche tipiche dell’artigianato per assumere quelle proprie dell’industria, sarà riclassificato nella classe D1.
La categoria C3 include anche locali con caratteristiche idonee per essere classificati come:
- caseifici;
- frantoi;
- forni per la produzione del pane;
- mulini;
- macelli.
Si può trasformare un C3 in abitazione?
Trasformare un immobile C3 in abitazione e, dunque, passare da un edificio originariamente adibito a laboratorio o attività artigianale a una destinazione d’uso abitativa è possibile, ma richiede una serie di procedure specifiche, spesso coinvolgendo una significativa spesa e un iter burocratico articolato.
Tuttavia, molti proprietari optano per questa soluzione, specialmente quando il laboratorio è situato in una zona strategica. Nonostante le spese aggiuntive per la ristrutturazione, l’acquisto iniziale di un laboratorio può offrire un vantaggio economico, consentendo di ottenere un locale a un prezzo inferiore rispetto a un loft o monolocale preesistente.
Il primo passo cruciale in questa trasformazione è l’approccio a un professionista qualificato che possa gestire la progettazione dei lavori di ristrutturazione, garantendo la conformità del locale ai requisiti igienici necessari per l’abitabilità, aspetto spesso non contemplato nelle caratteristiche originarie del laboratorio.
La trasformazione di un immobile C3 in un’abitazione richiede una gestione attenta dal punto di vista urbanistico: è necessario presentare una domanda al Comune competente, il quale valuterà la praticabilità dell’operazione.
L’ottenimento del permesso per modificare la destinazione d’uso, passando da magazzino ad appartamento, rappresenta un passo fondamentale in questo processo.
La cosa più importante, dunque, è ottenere l’approvazione urbanistica da parte del Comune. Senza questo permesso, qualsiasi tentativo di cambiare la destinazione d’uso da magazzino ad abitazione risulta impraticabile.