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Il numero di negozi continua a diminuire. Entro la fine del 2023, si prevede una riduzione di oltre 52.000 imprese commerciali rispetto al 2019, con un calo complessivo del 7%. Questo declino è stato accelerato dalla doppia crisi che il settore ha affrontato, con la pandemia che ha interrotto la ripresa seguita dagli effetti dell’inflazione e dei prezzi energetici elevati, che hanno eroso il potere d’acquisto delle famiglie.
Negli ultimi due anni il potere d’acquisto degli italiani è infatti diminuito di 14,7 miliardi di euro, corrispondenti a oltre 540 euro in meno per nucleo familiare. Questo crollo ha un impatto maggiore sui negozi di quartiere rispetto alla concorrenza online.
Queste sono le principali conclusioni emerse dallo studio “Il Commercio oggi e domani” condotto da Confesercenti e IPSOS, presentato a Roma alla Sala di Vibia e Adriano, in presenza del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.
Confesercenti e il declino delle imprese commerciali: lo studio
Lo studio sul futuro del commercio ha coinvolto mille consumatori di diverse fasce d’età, dai Baby Boomer alla Generazione Z, per valutare le loro preferenze tra l’acquisto online e offline. Le risposte dei partecipanti hanno mostrato un quadro più favorevole per il commercio tradizionale rispetto a quanto generalmente si pensi.
L’acquisto offline è ancora il canale preferito. Nonostante la crescente popolarità dell’e-commerce, i negozi fisici rimangono il canale d’acquisto preferito per sei delle nove categorie merceologiche prese in esame. Solo per il settore dei “viaggi e vacanze” (72%), l’elettronica e i prodotti tecnologici (62%) e la moda (52%), la maggioranza degli acquirenti ha fatto acquisti esclusivamente, prevalentemente o occasionalmente online.
Per le altre sei categorie (articoli e abbigliamento sportivo, cosmetica e cura del corpo, arredamento, cibo e bevande d’asporto, prodotti per la pulizia della casa e alimentari), la maggioranza degli acquirenti ha preferito fare acquisti nei negozi fisici.
Differenze generazionali nei comportamenti d’acquisto
L’analisi evidenzia anche che i Baby Boomer mostrano una preferenza maggiore per gli acquisti offline, mentre le generazioni Y e Z sono più orientate all’acquisto online. Tuttavia, mentre la generazione Y mostra una forte preferenza per l’e-commerce, la successiva generazione Z sembra apprezzare di nuovo l’esperienza dello shopping nei negozi fisici. Questo dimostra che, nonostante l’aumento del commercio online, l’impatto sui negozi tradizionali è stato ridimensionato. Tuttavia, la frenata dei consumi continua a creare incertezza nel settore.
Come contrastare la chiusura delle attività commerciali?
Al fine di contrastare il declino del settore commerciale e sostenere le attività di vicinato, Confesercenti propone una serie di misure strutturali. Innanzitutto, è necessario implementare un pacchetto di formazione specifico per gli imprenditori al fine di favorire l’aggiornamento delle competenze e l’adozione di strategie innovative. Questo permetterebbe alle imprese di adattarsi ai cambiamenti del mercato e di offrire un’esperienza di acquisto migliorata ai clienti.
Inoltre, è fondamentale fornire sostegno all’innovazione, incoraggiando l’adozione di nuove tecnologie e soluzioni digitali all’interno delle attività commerciali. Questo può includere:
- l’implementazione di strumenti di e-commerce;
- l’utilizzo di applicazioni mobili per migliorare l’interazione con i clienti;
- l’implementazione di sistemi di pagamento digitali sicuri e convenienti.