Indice dei contenuti
L’imposta di registro, come suggerisce il nome, è una tassa che deve essere corrisposta per ottenere la registrazione di un atto all’interno di un registro ufficiale. Questa tassa ha un duplice scopo: fornisce un’entrata fiscale e remunera lo Stato per il servizio offerto ai privati, vale a dire conservare traccia di particolari atti in modo da conferire loro certezza giuridica.
L’imposta di registro riguarda infatti atti di notevole importanza, relativi a beni che necessitano di essere protetti, in modo che nessuno, oltre ai legittimi proprietari, abbia modo di vantare interesse o pretese su quello specifico bene.
L’imposta sulla registrazione degli atti è disciplinata dal Decreto del Presidente della Repubblica n. 131/1986 (Testo Unico dell’imposta di registro).
Leggi Anche: COME FUNZIONA LA RIDUZIONE IMU CON COMODATO D’USO GRATUITO?
Quali sono gli atti che necessitano l’imposta di registro
Come riportato dal sito dell’Agenzia delle Entrate, gli atti che devono essere registrati e richiedono dunque il pagamento dell’imposta di registro sono:
- gli atti formati per iscritto nel territorio dello Stato;
- gli atti formati all’estero, che comportano trasferimento della proprietà o costituzione/trasferimento di altri diritti reali, anche di garanzia, su beni immobili o aziende esistenti in Italia, nonché quelli che hanno per oggetto la locazione o l’affitto degli stessi;
- i contratti verbali di locazione o affitto di beni immobili esistenti in Italia (e relative cessioni, risoluzioni e proroghe anche tacite);
- i contratti di trasferimento e affitto di aziende esistenti nel territorio dello Stato e di costituzione/ trasferimento di diritti reali di godimento sulle stesse (e relative cessioni, risoluzioni e proroghe anche tacite).
Come si calcola l’imposta di registro
Per calcolare l’imposta di registro è necessario conoscere il valore catastale dell’immobile, reperibile sulla visura catastale. Questo dato deve essere moltiplicato per 1,05 prima e successivamente per 120. L’imposta di registro dovuta risulta dunque pari al 9% del prezzo-valore così ottenuto, arrotondato a € 1.000,00 se inferiore. Per la prima casa l’imposta di registro è agevolata ed è pari al 2% e non al 9 per cento.
*Questo contenuto ha scopo informativo e non ha valore prescrittivo. Per un’analisi strutturata su ciascun caso personale si raccomanda la consulenza di professionisti abilitati.