Indice dei contenuti
Anche Milano, come tante città nel mondo, ha il suo Cristo Redentore. Ma, a differenza di monumenti iconici e dominanti come quello di Rio De Janeiro, nel capoluogo dove a dominare il panorama è l’incontrastata “bela Madunina”, la sua presenza è più discreta e inaspettata.
È la statua “El Signurun de Milan”, che sorprende visitatori e residenti del quartiere Corvetto a Milano.
Questo monumento è ancora oggi poco noto perché tornato alla luce dopo un lungo periodo di restauro. Eppure rappresenta un simbolo importante per i residenti e per tutti coloro che amano la storia di questa città. Scopriamo quali curiosità sono associate al “Signorun” di Milano.
El Signurun de Milan, il Cristo Redentore “de cement” affacciato al balcone
La statua, alta quasi 3 metri, si trova in via San Dionigi 6, al Corvetto di Milano. Raffigura il Cristo Redentore con una croce.
Sembra posizionata in modo da benedire i passanti che si ritrovano improvvisamente davanti al monumento, come un’apparizione inaspettata che domina in modo discreto. Infatti, il Signurun sembra come affacciarsi dalla grata della veranda del palazzo su cui è sistemato, come la rappresentazione di un signore a grandezza esagerata. Per queste sue dimensioni e fattezze, i milanesi l’hanno soprannominata appunto “el Signurun de Milan” o “el Cristùn de cement“.
LEGGI ANCHE: Cos’è la numerazione teresiana e perché alcuni palazzi di Milano hanno un doppio numero
I restauri e la rinascita
Per un periodo, la presenza di questa singolare opera è stata per un po’ dimenticata. Nel dicembre del 2020 la mano del “Signurun de Milan” era tornata al suo posto, dopo essere stata tranciata durante alcuni lavori. Da allora, il resto della statua è stata sottoposta a restauro e finalmente, dopo un periodo di cantieri e lavori, è tornata a splendere come nuova.
LEGGI ANCHE: La storia di El Bagnin de Gorla, la prima piscina pubblica all’aperto di Milano
Storia e curiosità del “Signurun de Milan”
Secondo le voci popolari più diffuse, il Cristo Signurun ha le sue tre dita alzate per ricordare ai poveri abitanti del quartiere di pagare l’affitto ogni tre mesi. Le tre dita rappresenterebbero appunto l’intervallo dei tre mesi.
In realtà, questo dettaglio simboleggia il mistero della Trinità nella religione cristiana.
Le origini della statua, però, restano misteriose. Non si sa chi l’abbia realizzata o commissionata, né quando o perché. C’è chi dice che sia stata ripescata dalla Vettabbietta, chi sostiene che sia un modello di prova per un Cristo in bronzo, e chi, infine, è convinto che sia stata installata dal capomastro.
Di sicuro si sa che è composta da graniglia e sabbia del Ticino impastate con polvere di cemento. La datazione presunta risale alla fine dell’Ottocento.
Ormai, è diventata un simbolo del quartiere.
*Immagine di copertina – Credits to Google Maps