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La Banca Centrale Europea – Bce- ha dato notizie che di certo avranno effetti importanti su chi sta per richiedere un prestito per l’acquisto della casa.
Bce ha infatti annunciato che
- a luglio termineranno i tassi zero;
- si avrà un primo aumento di 25 punti base sui tassi d’interesse dell’Eurosistema a luglio;
- un secondo rialzo di 25 centesimi si stima a settembre.
Il Consiglio direttivo della Bce ha, inoltre, confermato l’interruzione degli acquisti netti di titoli avviato nel 2014 a partire dal 1° luglio 2022.
Queste decisioni comunicate dalla Bce sono una conseguenza del grave periodo di inflazione che nell’Eurozona ha raggiunto l’8,1% nel mese scorso.
Vediamo le motivazioni che hanno spinto la presidente Lagarde a dare queste notizie.
Perché Bce blocca i tassi zero?
La ragione principale di queste azioni così stringenti da parte della Bce è da ricercarsi nell’andamento dell’inflazione.
Nello statuto della Bce è, infatti, indicato tra gli obiettivi dell’Eurotower, il mantenimento del carovita in prossimità del 2%. Per tanti anni, si è riusciti a mantenere fede a questo obiettivo, e per questo motivo la Bce ha continuato a confermare i tassi a zero, al fine di sostenere l’economia dell’Eurozona.
I tassi zeri sono decisivi perché costituiscono il benchmark in virtù del quale le banche e gli altri operatori finanziari decidono i tassi da applicare ai prestiti e ai mutui che concedono alla clientela.
Da marzo dello scorso anno la situazione ha però iniziato a peggiorare per vari fattori:
- la ripresa post-pandemica che si è dimostrata più complessa del previsto per la ripresa della produttività industriale. Si è verificata una pressione della domanda sull’offerta, con il conseguente aumento dei prezzi;
- lo scoppio della guerra in Ucraina ha fatto peggiorare la situazione privando l’Eurozona di enormi quantità di materie prime e determinando così l’impennata dei prezzi delle commodity, soprattutto energetiche.
In pratica, da maggio 2022, i prezzi dei beni al consumo sono cresciuti nell’Eurozona di ben l’8,1% sui dodici mesi, in forte accelerazione rispetto al +7,4% di aprile, cifre che si confrontano con il 2% di maggio 2021.
Le dichiarazioni di Christine Lagarde
Come ha riferito la presidente della Bce, Christine Lagarde, al termine della riunione del Consiglio direttivo:
“I dati ci dicono che l’inflazione resterà molto alta per un po’ di tempo e che la moderazione dei prezzi dell’energia, la ripresa della produzione industriale dopo la pandemia e la normalizzazione della politica monetaria comporterà un calo dei prezzi, portando l’inflazione media nel 2022 al 6,8%, nel 2023 al 3,5% e nel 2024 al 2,2%, ma se l’incremento dei prezzi persiste a settembre ci adopereremo per un rialzo dei tassi dell’Eurosistema ancora più significativo. L’operazione militare della Russia in Ucraina continua a pesare sull’economia europea in termini di sconvolgimento del commercio, carenze e aumento dei costi di materie prime; tuttavia, le condizioni ci sono per l’economia per crescere grazie alla ripresa, alle politiche fiscali attuate per superare la pandemia, al forte mercato del lavoro e al denaro risparmiato durante la crisi pandemica”.
* Questo contenuto ha scopo informativo e non ha valore prescrittivo. Per un’analisi strutturata su ciascun caso personale si raccomanda la consulenza di professionisti abilitati.