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Trento, Mantova e Pordenone sono le città più green d’Italia. Maglia nera per Caltanissetta, Catania e Palermo. La classifica della tredicesima edizione di “Ecosistema Urbano”, a cura di Legambiente e Ambiente Italia, è il frutto di una indagine che premia il Nord-Est del nostro Paese, paradossalmente una delle aree più inquinate d’Europa. Proprio quest’ultimo punto spinge a una riflessione sulle politiche urbanistiche, ambientali, ed ecosostenibili che nel complesso possono fare la differenza e migliorare la vivibilità dei cittadini.
Ecosistema Urbano, i risultati dell’edizione 2023
Ancora una volta la classifica di Ecosistema Urbano, giunta alla tredicesima edizione, è un termometro di precisione sulle politiche urbanistiche e ambientali messe in atto dalle governance e amministrazioni locali. I numeri raccolti dall’indagine di Legambiente e Ambiente Italia mettono in discussione l’immagine di un Sud Italia verde e solare, e un Nord grigio e invivibile. Certamente il fattore ambiente e natura, ma anche il microclima e i territori, sono una componente strutturale nel Bel Paese, comunque ricco di varietà e biodiversità ovunque. Ma nella progettazione del futuro e nella qualità di vita contano soprattutto le politiche e la mano dell’uomo.
È così che il Nord-Est Italia si ritrova in testa con alcuni dei suoi principali centri urbani nel ranking Ecosistema Urbano 2023.
La classifica delle città più green d’Italia
Dal consueto appuntamento con i frutti dell’indagine di Legambiente e Ambiente Italia, le città più verdi sul podio della classifica 2023 sono, in ordine dal primo al terzo posto,
- al primo posto: Trento;
- al secondo posto: Mantova;
- al terzo posto: Pordenone.
Tutte concentrate nel Nord-Est, area che ha conosciuto in passato una profonda trasformazione del territorio per cedere ai bisogni della produzione industriale. Oggi sono città d’esempio per una società più green ed eco-sostenibile.
Di contro abbiamo Roma, una città patrimonio storico dell’umanità, che nei secoli ha dettato stili, scelte urbanistiche per il progresso della civiltà, dove i parchi urbani non mancano di certo, che invece si piazza appena 89esima.
A chiudere la classifica ci sono centri urbani di una delle regioni più apprezzate al mondo per i paesaggi naturalistici e per il patrimonio storico e culturale mondiale: Caltanissetta, Catania e Palermo, rispettivamente 103esima e 105esime.
Perché il Nord batte il Sud?
Per la stesura della classifica Ecosistema Urbano gli osservatori prendono in analisi diversi parametri ambientali e urbanistici. Ad esempio, Reggio Emilia e Forlì sono nella top 10. Siamo in piena Pianura Padana, oggi considerata una delle aree più inquinate, ma proprio in questi territori si è rilevato un miglioramento dei trasporti pubblici e delle isole pedonali. Altre città hanno fatto progressi enormi nella gestione dei rifiuti e della raccolta differenziata.
Nel complesso però, “nonostante lievi miglioramenti”, osservano da Legambiente, “restano le croniche emergenze urbane: smog, auto circolanti, trasporti, perdite della rete idrica”. Tanto è vero che Milano, simbolo del Settentrione e motore del futuro, sale a fatica dal 42esimo posto del 2022, al 38esimo di quest’anno. Altri grandi centri come Genova e Firenze scivolano più giù rispetto agli anni passati. Sembrano invece migliorare i medio-piccoli centri capoluogo, forse più facili da gestire e meno caotici per un benessere compatibile ai nuovi stili di vita.
Ad ogni modo, il divario tra Nord e Sud sembra spiegarsi proprio nella scelta delle politiche locali, nell’efficienza dei servizi rivolti ai cittadini, oltre che nelle abitudini e nelle resistenze di comportamenti ormai anacronistici. Legambiente non a caso parla di “interventi troppo a compartimenti stagni”. “Servono una strategia e una cabina di regia nazionale che includa Governo, sindaci e comunità locali e risorse adeguate per interventi lungimiranti e innovativi non più rinviabili”, è l’invito dell’associazione ambientalista.
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