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Lo Stato italiano dispone di un patrimonio immobiliare del valore complessivo di 62,5 miliardi di euro. Un portafoglio di oltre 43mila immobili, tra fabbricati e aree.
Una fotografia dello stato attuale di questi beni disponibili è contenuta nel primo rapporto annuale 2023 “L’Italia e i suoi beni – Il patrimonio immobiliare dello Stato al servizio della Pubblica Amministrazione, dei cittadini, dei territori e delle imprese” pubblicato da Agenzia del Demanio. Emerge un quadro interessante, che vede le istituzioni sempre più impegnate nel recupero e nella rigenerazione di questi edifici che non sono solo un costo, ma che possono essere un investimento per il futuro e per l’economia del Paese.
Quanti sono gli immobili di proprietà dello Stato
Allo stato attuale sono 43mila gli immobili di proprietà dello stato per un valore di 62,5 miliardi di euro. Senza contare quelli confiscati alle mafie e al malaffare che, secondo l’Associazione Libera sono più di 36.600 dal 1982 ad oggi, il 48% dei quali sono stati destinati dall’Agenzia nazionale per le finalità istituzionali e sociali. Inoltre, 5 beni su 10 rimangono ancora da destinare o riqualificare.
Come vengono utilizzati gli immobili dello Stato
Il Demanio e la gestione degli immobili di proprietà dello Stato italiano puntano a rigenerare grandi complessi immobiliari in disuso. Questi edifici saranno riconvertiti in cittadelle e poli della giustizia, uffici pubblici, residenze universitarie, scuole, centri di ricerca. Sono in gran parte al servizio di territori, cittadini e imprese. Quelli interessati da opere di riqualificazione sono inquadrati in un’ottica di rigenerazione urbana e di sostenibilità economica, sociale e ambientale.
A che punto è la rigenerazione degli immobili dello Stato
Il dossier di Agenzia del Demanio offre alcuni spaccati di questa operazione avviata da tempo. Da giugno 2021 a giugno 2023 sono stati riqualificati 130 immobili pubblici in più rispetto agli anni precedenti. A oggi risultano avviati 529 interventi di rigenerazione e riqualificazione, per un totale di 3,6 miliardi di euro, equamente distribuiti tra Nord Italia (181 interventi per un valore di 1,2 miliardi di euro), Centro (169 e oltre un miliardo) e Sud Italia (179 interventi per 1,3 miliardi).
Gli interventi sono considerati veri e propri investimenti mirati per il riutilizzo di questi immobili, che generano economie, contenuto nel Piano strategico industriale dell’Agenzia del Demanio. Da questa operazione ne deriva un minor costo a carico dello Stato, tanto è vero che nel 2022, rispetto al 2021, è stato ottenuto un risparmio per locazioni passive e costi di funzionamento di circa 30 milioni di euro annui. Il piano di investimenti dovrebbe far risparmiare ulteriori 126 milioni di euro fino al 2026.
Agenzia del Demanio prevede investimenti per 5,5 miliardi di euro entro il 2026, di cui 2,1 miliardi da realizzare e 3,4 miliardi di euro da avviare.
Cosa prevede il Piano dell’Agenzia del Demanio
Oltre agli interventi, il piano di investimenti prevede la realizzazione di una Piattaforma integrata del Demanio e la Carta d’identità digitale dell’immobile, per avere una fotografia completa di ciascun edificio, utile alla progettazione delle opere di riqualificazione e alla resa di questi immobili, secondo criteri del Building information modeling (Bim) e dei parametri ambientali.
Da maggio 2023 sono stati avviati i Piani di Città, con l’obiettivo di rendere gli immobili di proprietà dello Stato sempre più sicuri, resilienti, efficienti dal punto di vista energetico e del risparmio. E saranno sempre più integrati ai piani di rigenerazione urbana dei territori circostanti, evitando sprechi o cattedrali nel deserto slegate dai quartieri cittadini, razionalizzando spazi e consumi.
Sarà inoltre avviato un laboratorio per l’innovazione, ossia l’Officina per la rigenerazione dell’immobile pubblico, con il supporto di università e enti di ricerca.