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Dovrebbe sorgere ancora nel quartiere San Siro. Con 60mila, forse 70mila posti. E con attorno più verde, per accontentare i residenti. Nei giorni scorsi, con l’approvazione di una delibera ad hoc, il Comune di Milano ha approvato e chiuso il Dossier conclusivo sul progetto del nuovo stadio.
Si tratta di un passaggio che tiene conto della lunga fase di dibattito pubblico, in cui centinaia di soggetti, dalle associazioni ai singoli cittadini, hanno chiesto lumi a Comune, Inter e Milan circa i dettagli del nuovo piano.
Il risultato è un dossier di migliaia di pagine, che contiene molti dettagli. Ma che, come accade spesso in Italia, ancora non mette la parola fine alla questione.
Come sarà il nuovo stadio a Milano? E dove sorgerà?
La struttura dovrebbe nascere a due passi, in linea d’aria, dall’impianto attuale. Ossia sopra quello che oggi è il Parco dei Capitani, un piccolo ma importante polmone verde del quartiere, posto a ridosso di via Tesio, che in questo modo andrebbe a scomparire.
Lo stadio sarebbe più basso rispetto a quello attuale, perché composto da due anelli, invece dei tre attuali, e senza pista d’atletica ma con gli spalti direttamente sul campo.
In questo, uguale a oggi. I dati, infatti, mostrano che negli ultimi anni il terzo anello sia stato sfruttato al massimo per il 15% della capienza.
Una struttura commerciale con il nuovo stadio a Milano
Accanto all’impianto sportivo, il progetto prevede la realizzazione di una struttura commerciale, al cui interno troveranno spazio funzioni diverse quali intrattenimento, sport e museo del calcio. Questa è una parte essenziale per le società, perché oggi Inter e Milan lamentano il fatto di ottenere pochi ricavi “extra” rispetto alla vendita dei biglietti, sponsor e diritti tv.
Il museo e l’area commerciale permetterebbero allo stadio di vivere tutta la settimana e non di accendersi soltanto in occasione di partite o concerti.
La costruzione della Torre per uffici
Dal punto di vista immobiliare, a ridosso dello stadio è previsto anche un edificio a torre da adibire essenzialmente a uffici, sia da affittare a società esterne, sia per sistemare in futuro la sede dei due club. I comitati cittadini hanno storto il naso di fronte all’ipotesi, ma Inter e Milan ribattono anzi che la torre, piuttosto che una costruzione orizzontale, è quella che permette di non consumare altro suolo.
La capienza del nuovo stadio a Milano
Un tema ancora controverso riguarda il numero di spettatori. Le due società vorrebbero fermarsi a 60mila, di cui destinare almeno il 15% ai posti “premium”, che passerebbero dai 6.000 attuali a 9.500.
I posti premium sono quelli più costosi, dove al biglietto della partita sono associati servizi come l’accesso al buffet o al ristorante, a palchi privati o alla tribuna d’onore, utilizzati spesso dalle aziende o inseriti in pacchetti turistici.
Sono i biglietti che garantiscono il maggior introito per le società. Secondo Inter e Milan, questi introiti in più permetterebbero di abbassare in media il prezzo dei biglietti delle parti restanti dello stadio, ma il ragionamento non ha convinto i comitati dei cittadini, che anzi chiedono più posti per disabili e a prezzi scontati.
Per salvare capra e cavoli, il Comune chiederà quindi di rivedere il progetto, portando la capienza a 70mila, così da poter rispondere a tutte le esigenze.
Rispetto al verde, le società assicurano che, pur a fronte della demolizione del parco dei Capitani, saranno spesi 40 milioni di euro per nuove zone verdi circostanti, anche se non concentrare in un unico punto. Sempre a beneficio del quartiere, il nuovo progetto dovrebbe ridurre il traffico di auto: si calcola che oggi il 72% delle persone che si recano allo stadio utilizzi l’auto privata, una quota destinata a scendere al massimo al 50%.
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E l’attuale stadio di San Siro?
Inter e Milan si propongono di smontarlo. Ossia di utilizzare tecniche moderne che non sono basate sull’abbattimento e sull’uso di esplosivi, ma su operazioni di smontaggio che risulterebbero più indolori per l’ambiente e per il quartiere.
Su questo, però, ci sono ancora tante incertezze. È ampio il fronte di chi vorrebbe tenere in piedi lo stadio Giuseppe Meazza includendolo tra i “beni vincolati”.
Si tratta in effetti di un pezzo della storia della città, inaugurato nel 1926 in una veste diversa da quella di oggi, con soli 35mila spettatori. Un impianto più volte ristrutturato nei decenni successivi.
Dal vecchio al nuovo San Siro, comunque, la strada è ancora lunga. Specialmente, quando la politica non si mette d’accordo.
Nei giorni scorsi, è bastata una frase del candidato alla presidenza della Regione Lombardia, Letizia Moratti, per avvolgere di nuovo tutto nell’incertezza.
“Perché l’Inter non resta al Meazza e il Milan non si sposta a Sesto San Giovanni?”, ha detto Moratti.
Questa soluzione è la meno gradita dalle società, che vorrebbero costruire un nuovo stadio insieme, così da dividere i costi. Ma se costretti, ha detto il presidente del Milano Paolo Scaroni, lo faranno.
“Possiamo stare a San Siro in coabitazione con l’Inter, costruirci uno stadio a Sesto, e abbiamo anche un piano C, che però non posso svelare”, ha detto il manager.
*Immagine in alto – Credits to Milano.repubblica.it