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La comunicazione istantanea ha rivoluzionato le nostre vite in questa epoca digitale, e in tutti gli ambiti, comunità e gruppi, compreso quello condominiale. La chat di WhatsApp si è diffusa come strumento rapido e informale per condividere informazioni e gestire questioni comuni.
Ma WhatsApp, o altri sistemi di messaggistica istantanea come Telegram, possono essere utilizzati per convocare l’assemblea di condominio? Non si rischia di invadere la privacy dei destinatarii? La risposta, come spesso accade in materia legale, non è semplice, anche perché l’era digitale corre più veloce delle normative statali o internazionali. Tuttavia, ci sono delle certezze legali. Vediamo quali.
Come deve avvenire la convocazione dell’assemblea condominiale?
Codice civile alla mano (articolo 66) e legge 220 del 2012 (riforma dei condomini), la convocazione dell’assemblea condominiale avviene tramite avviso scritto e formale, da inviare a tutti i condomini. Le modalità di spedizione legali, e consuete, possono avvenire attraverso uno dei seguenti canali:
- Posta raccomandata con avviso di ricevimento: è la modalità più sicura e garantisce la prova di avvenuta ricezione;
- Posta elettronica certificata (PEC): è lo strumento alternativo, e legalmente riconosciuto e sicuro, alla posta raccomandata, ma è necessario che tutti i condomini abbiano un indirizzo PEC. Tramite normale e-mail non sarebbe valida;
- Fax: era il mezzo più veloce (prima dell’avvento delle chat e degli smartphone) ma oggi non garantisce la prova di avvenuta ricezione, ed è quasi scomparso;
- Consegna a mano: lo strumento più semplice, ma è necessario che il condomino firmi per ricevuta.
E WhatsApp? Può essere utilizzato per un invito all’assemblea condominiale?
WhatsApp va bene per convocare la convocazione dell’assemblea condominiale?
Per legge, la convocazione dell’assemblea di condominio è considerata un atto formale che deve essere eseguito correttamente per garantire la validità legale delle delibere assembleari. Significa che devono essere tutelanti per tutti i condòmini, e inattaccabili in caso di ricorso o contestazione delle delibere discusse e approvate in assemblea condominiale.
La convocazione dell’assemblea condominiale è disciplinata dall’articolo 66 del Codice Civile, che ne specifica le modalità formali, quelle riconosciute e sopraelencate.
Discorso a parte merita l’utilizzo di WhatsApp per la convocazione assembleare, poiché presenta le seguenti criticità:
- Mancanza di certezza di ricezione: non vi è la garanzia che tutti i condomini ricevano e leggano il messaggio, né che lo ricevano tempestivamente. Sulle chat si possono impostare modalità e stati non noti al mittente;
- Difetto di forma: la chat non rappresenta un mezzo di comunicazione ufficiale, come la PEC o la raccomandata;
- Problemi di privacy: la condivisione dei numeri di telefono in un gruppo WhatsApp potrebbe violare la privacy dei condomini, o comunque risultare invadente, poiché il numero di telefono è privato.
Dunque, la giurisprudenza in materia di convocazioni assembleari tramite WhatsApp, o altri canali e gruppi, è in continua evoluzione. Significa che in caso i ricorsi o contestazioni, lo strumento non verrebbe riconosciuto legalmente valido, e questo potrebbe invalidare le decisioni discusse in assemblea, e le delibere approvate.