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Al termine di un’estate segnata dal caro carburante – con il prezzo di diesel e benzina tornato a crescere in maniera costante – e dall’aumento degli interessi sui mutui degli italiani a causa dei ripetuti rialzi dei tassi da parte della Banca centrale europea, con l’arrivo di settembre sembra essersi ripresentato un altro problema di natura economica che ci ha accompagnato nel corso del 2023.
Con la riapertura delle università e la ripresa di esami e lezioni, milioni di studenti provenienti da tutta Italia hanno dovuto rifare le valigie e tornare nelle città in cui stanno frequentando corsi triennali e magistrali. E così, come già successo nella prima parte dell’anno, ecco che hanno fatto capolino ancora una volta le tende collocate davanti agli istituti e i rettorati per protesta contro il caro affitti.
Caro affitti, torna la protesta: cosa chiedono gli studenti in tenda davanti alle università
La prima piazza in cui sono tornati ad accamparsi gli studenti fuori sede è quella davanti al Politecnico di Milano. Decine di tende per protestare contro i costi insostenibili dei contratti di locazione: stanze e monolocali divenuti inaccessibili per ragazze e ragazzi spesso con scarsa disponibilità economica, che al contempo devono fare i conti anche con l’aumento dei prezzi generalizzato e un costo della vita sempre più elevato.
Testimonianze di giovani donne e uomini costretti a sborsare “fino a 700 euro ogni mese per uno spazio di appena 10 metri quadrati“; locali progettati per ospitare una famiglia che diventano veri e propri dormitori, con i proprietari che “fanno le budella d’oro” ammassando persone in camere piccolissime (“neanche fossimo animali da batteria” dice un ragazzo della Campania trasferitosi nel capoluogo lombardo).
Costi insostenibili, la risposta delle istituzioni
Al momento, le ripetute manifestazioni della scorsa primavera nelle più grandi città italiane non hanno portato alla svolta auspicata dagli studenti. I prezzi degli affitti continuano a crescere e le istituzioni – sia a livello locale, sia per quanto riguarda governo e ministero – non hanno ancora trovato lo strumento per venire incontro alle richieste pervenute.
Mentre al Mistero dell’Università e della Ricerca sono allo studio (ormai da diversi mesi) strumenti che consentano ai giovani locatari di recuperare parte della spesa sostenuta, il sindaco di Milano Beppe Sala ha convocato un nuovo tavolo con i rettori e i rappresentanti degli studenti per trovare quanto prima una soluzione condivisa.