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In linea con gli obiettivi di ecosostenibilità degli edifici e di riduzione graduale delle emissioni da parte delle unità abitative, negli ultimi anni i cittadini italiani hanno imparato a conoscere la classificazione energetica tramite cui vengono suddivisi case e appartamenti presenti sul nostro territorio nazionale.
In particolare, gli obiettivi che l’Italia condivide con l’Unione europea prevedono il raggiungimento della classe energetica E per tutti gli immobili residenziali entro il 2030, mentre entro il 2033 tutti dovranno rientrare nella classe energetica D.
Infine, a partire dal 1° gennaio 2033, il livello minimo ammesso sarà quello della classe energetica C. Vediamo allora tutti i dettagli su quest’ultimo raggruppamento.
Quanto consumano ogni anno gli edifici inseriti nella classe energetica C
Volendo semplificare, si potrebbe dire che la classe energetica C non garantisce la riduzione quasi totale dell’impatto ambientale come le diverse categorie della classe A, né può vantare un consumo energetico minimo come la classe B.
Tuttavia, gli edifici presenti nella classe C rientrano comunque tra quelli con ottime prestazioni complessive, considerando tutti i parametri nel loro insieme.
Esiste una scala – che va da 1 a 10 – per valutare le prestazioni degli immobili inseriti nelle diverse classi energetiche: quelli che rientrano nella classe C hanno un punteggio di 5 su 10 e il loro consumo medio, nell’arco di un anno, si attesta di norma tra i 58 e gli 87 kilowattora per ogni metro quadro (con alcune situazioni particolarmente virtuose in cui si può scendere fino a 50 kWh/mq).
Quali requisiti deve avere un’abitazione per essere inserita nella classe energetica C
Le strutture di antica costruzione hanno scarse possibilità di effettuare il passaggio dalle categorie energetiche di loro appartenenza (spesso E o D) alla classe C, se non altro per la quantità di interventi strutturali che dovrebbero subire.
Le abitazioni della classe C, infatti, sono generalmente di recente realizzazione e devono poter garantire un isolamento termico molto forte che si ritrova, ad esempio, negli appartamenti del primo o del secondo piano, che sfruttano il calore proveniente dalle abitazioni presenti sia sopra che sotto.
A livello di impianti domestici, i proprietari delle case inserite nella classe energetica C devono aver installato uno strumento che consente la riduzione dell’impatto ambientale, come una caldaia a pompa di calore elettrica, oppure una caldaia a condensazione.
Altri fattori validi per rientrare nella classe energetica C riguardano la presenza di:
- un cappotto esterno;
- finestre con infissi isolanti.