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L’ambiente condominiale è spesso oggetto di dibattiti e questioni legali che riguardano la gestione e l’amministrazione delle proprietà condivise. Tra i numerosi documenti che regolano la vita condominiale, il verbale dell’assemblea riveste un ruolo di particolare importanza.
Tuttavia, sorgono spesso domande e dubbi riguardo alla validità di questo documento quando non è firmato da tutti i condomini presenti. Proviamo a fare maggiore chiarezza.
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Chi redige il verbale dell’assemblea di condominio
Quando viene convocata un’assemblea condominiale, è necessario redigere un verbale, sia in caso di delibera che in assenza di essa. Il documento viene generalmente redatto da un segretario dell’assemblea condominiale, figura di fiducia scelta dal presidente dell’assemblea o dai condomini stessi, che ha il compito di trascrivere quanto emerso.
Il documento viene poi conservato nel registro in possesso dell’amministratore condominiale, in caso di ricorsi futuri o qualora sia necessario verificare vecchie argomentazioni e delibere.
Come va redatto il verbale?
La giurisprudenza non si pronuncia su ciò che debba necessariamente comparire nel verbale di assemblea. Tuttavia, il verbale dell’assemblea condominiale deve essere esaustivo e dettagliato.
Devono essere riportati:
- i nomi dei partecipanti e le relative quote di proprietà rappresentate;
- il numero di deleghe conferite;
- gli argomenti all’ordine del giorno che vengono discussi;
- eventuali variazioni nella partecipazione dei condomini durante l’assemblea;
- i quorum richiesti per ogni votazione;
- la data e l’ora di inizio e di conclusione dell’incontro.
È essenziale che il verbale sia chiaro e completo, in modo che ogni aspetto dell’assemblea sia documentato in modo accurato. Un verbale poco chiaro o incompleto potrebbe essere contestato e impugnato entro il consueto termine di trenta giorni.
Infatti, il verbale redatto dal segretario è l’unico documento che attesta quanto deliberato e discusso in assemblea, nonché le posizioni dei vari condomini, anche nei confronti di chi era assente (e al quale il verbale deve essere necessariamente inviato).
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Cosa succede se manca la firma dei condomini?
La firma dei condomini sul verbale dell’assemblea condominiale non influenza la sua validità, serve piuttosto ad attestare la veridicità dei fatti riportati. Non risulta, quindi, un obbligo firmare il verbale di assemblea.
Tuttavia, se tutti i condomini presenti sottoscrivono il verbale, questo può assumere la forma di un contratto vero e proprio. Di conseguenza, il verbale potrebbe essere utilizzato per formalizzare varie transazioni, come la cessione di una parte di proprietà esclusiva alla collettività condominiale per la realizzazione di beni o servizi comuni, o per accordi tra i condomini stessi.
È importante sapere che, secondo la giurisprudenza, l’assemblea condominiale rimane valida anche se il verbale non è firmato neppure dal presidente o dal segretario. Infatti, nel diritto condominiale, non esiste alcuna norma che imponga la firma come requisito obbligatorio.