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Segnali di fortissima ripresa dalla Milano modaiola: lo storico Quadrilatero della moda, infatti, ha ripreso a pieno regime le attività e si è nuovamente riempito di negozi e marche di lusso.
Al momento, grazie a una serie di progetti e di reinvestimenti in loco, si prospetta una nuova primavera del lusso a Milano.
La situazione attuale del mercato immobiliare nel Quadrilatero
Durante il periodo della pandemia, ha sofferto anche il Quadrilatero della Moda, storico e centrale quartiere di Milano, situato subito dietro il Duomo e il Teatro alla Scala.
Qui ambienti spettrali e vetrine vuote la facevano da padrone fino a poco tempo fa, ma da un paio d’anni a questa parte per fortuna ci sono stati segnali di ripresa anche in questo settore.
Il progetto di investimento
Il nome del progetto tramite il quale è stato possibile riappropriarsi del quartiere del lusso è Spiga 26, esattamente come l’indirizzo (via della Spiga numero 26 per l’appunto) dal quale è ripartita la riscossa del quartiere, grazie anche al colosso statunitense Hines, il quale ha contribuito grandemente alla riqualificazione del Palazzo Pertusati.
Il Palazzo Pertusati oggi
Allo stato attuale il Palazzo, destinato a diventare il nuovo baricentro del quartiere milanese, ospita la maggior parte di tutti i più grandi marchi della moda e del lusso come Moschino, Sergio Rossi, Borsalino o Drumohr e non solo.
Tra gli inquilini del Palazzo a via della Spiga (oltre che a una boutique dedicata al design), vi sarà anche un ospite d’eccezione: il ristorante “Il Baretto”, locale storico milanese aperto negli anni Sessanta e fulcro della vita e della socialità milanese, che fra i tanti ospiti e avventori, vanta sopra tutti il poeta Eugenio Montale, habitué del locale.
Alla base del successo
Il successo dell’operazione Spiga 26 è stato clamoroso, nel giro di due anni tutti gli spazi disponibili sono stati presi dai maggiori nomi della moda e del lusso, l’ultimo angolo di notorietà (tutt’altro che piccolo) se l’è aggiudicato Chanel.
Le ragioni alla base del successo sono sicuramente molte, ma fra queste si possono indicare senz’altro la disponibilità di spazio e la necessità di allargarsi per la moda, visto che via Montenapoleone (un’altra istituzione della moda milanese) era praticamente satura.