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L’ultimo rialzo dei tassi deciso dalla Bce fa tremare i mercati. Lo scorso 14 settembre, la Banca centrale europea ha portato i tassi al 4,5%, con un aumento di 25 punti base, toccando il massimo storico. Lo scenario per chi ha sottoscritto un mutuo variabile si aggrava, mentre il mondo politico fa i conti con la decisione di Bruxelles e con le sue conseguenze. A parlare è stato, in particolare, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che in occasione del convegno “Le buone leggi” in corso a Roma ha spiegato che l’Italia dovrà pagare 14-15 miliardi di interessi sul debito.
Le conseguenze del rialzo dei tassi della Bce sul debito pubblico italiano
L’aumento dei tassi di interesse “non è un fatto positivo per chi è indebitato“, prosegue Giorgetti. Come l’Italia che, secondo il ministro, con la decisione della Bce ha perso tra i 14 e i 15 miliardi. “Può essere più o meno, ma se i tassi fossero rimasti quelli di due anni fa o dello scorso anno oggi avremmo 14-15 miliardi da mettere sulla riduzione fiscale. Non ci sono più, per me quell’asticella si è abbassata di 14 centimetri e quindi si farà un po’ più fatica, ma si passa“.
L’orologio corre veloce: entro il 27 settembre il governo deve presentare al Parlamento la Nadef, la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza. A chi chiede a che punto siamo con la manovra, il ministro dell’Economia risponde – scherzosamente – “in alto mare. Questo è un momento decisivo. Bisogna che sia un numero ragionevole che dimostri la volontà del Paese di tornare a una politica fiscale prudente“.
La Bce alza i tassi: cosa cambierà
Questi i nuovi tassi di interesse decisi da Bruxelles:
- 4% sui depositi presso la Banca centrale;
- 4,5% sulle operazioni di rifinanziamento principali;
- 4,75% sulle operazioni di rifinanziamento marginale.
Queste cifre saranno mantenute “per una durata sufficientemente lunga”, ha dichiarato la Banca centrale, tuttavia non si escludono ulteriori rialzi in futuro per combattere l’inflazione.