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In Italia migliaia di cantieri agevolati con il Superbonus 110% vivono questa fine d’anno col fiato sospeso. A rischio ci sono lavori per 15 miliardi di euro con ponteggi attivi e lavoratori ancora all’opera. Non sarà possibile chiudere i cantieri entro il 2023, e nel 2024 i proprietari rischiano di trovarsi costretti a pagare per smontare tutto, o proseguire con incentivi notevolmente ridotti. È attesa una decisione del governo, ma il conto alla rovescia è cominciato.
Quando devono essere finiti i lavori del Superbonus 110?
Dopo mesi di tira e molla, emendamenti e tensioni, il governo non ha ancora trovato una soluzione ai lavori edili con Superbonus 110 che al 31 dicembre 2023 non avranno chiuso i cantieri.
Questi interventi sono stati attivati con l’agevolazione al 110%. Dal 1° gennaio 2024 l’aliquota per i lavori in condominio scenderà drasticamente al 70% e quelli per le villette al 65 e 50%.
Un cambio di programma che rischia di mettere a repentaglio il budget dei proprietari di immobili, con conseguenze imprevedibili anche per i bilanci delle imprese edili che hanno investito in materiali e risorse umane. Aziende peraltro già provate dagli aumenti dei costi delle materie prime.
Cosa succede se i lavori del 110% finiscono dopo il 31 dicembre 2023?
Oltre alla perdita del 110%, con il mancato rispetto dei termini si rischia di perdere:
- la detrazione fiscale sulle dichiarazioni dei redditi dei singoli condomini;
- la cessione del credito e lo sconto in fattura, con attestazione dei SAL (stato di avanzamento dei lavori).
A nulla potrebbe servire il pagamento di tutte le fatture, poiché i lavori dovevano essere conclusi entro il 31 dicembre 2023.
Superbonus e lavori non terminati: gli altri rischi
Davanti al caos e all’incertezza, il governo è chiamato a risolvere il rebus valutando tre possibili strade, tutte comunque costose per le imprese e i proprietari di case e condomini. Il rischio è che molti proprietari debbano pagare penali e interventi per chiudere i cantieri, lasciando il lavoro a metà dell’opera, o incompiuto.
L’altro scenario da evitare vede le aule dei tribunali ingolfate di contenziosi e richieste di risarcimento danni da parte di condomini e imprese edili, con pesanti conseguenze anche sulla macchina della giustizia.
Intanto, sui social fioccano testimonianze e richieste, ma anche denunce di presunte truffe. “Nel condominio di mia madre di 30 appartamenti – commenta un cittadino su Facebook – volevano fare il cappotto termico per 6 milioni di euro, a prezzi stragonfiati. Per fortuna all’assemblea hanno sentito puzza di bruciato e hanno detto di no”.
25 mila cantieri a rischio
Il Superbonus 110 è costato finora quasi 100 miliardi, ma con stime di ritorno futuro di almeno 200 miliardi. Il prezzo più alto ora potrebbero pagarlo le imprese che hanno lavorato seriamente, e alle prese con i continui aumenti dele materie prime. Il settore Costruzioni della CNA (Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa) sta lanciando l’allarme dalle varie sezioni regionali, dove sono a rischio migliaia di cantieri.
Si stimano 25mila cantieri a rischio in tutta Italia. “Siamo profondamente delusi per l’assenza di risposte sul Superbonus nella legge di bilancio”, è lo stato d’animo della CNA di Arezzo.