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Il terremoto del Centro Italia, nelle Marche, di questa mattina, 9 novembre 2022, per fortuna non ha causato gravi danni a persone o edifici, a parte qualche calcinaccio in strada e tanta, ma composta, paura.
Gli esperti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) hanno registrato una scossa “molto forte” di magnitudo 5.5, più altre di assestamento.
Tuttavia, hanno escluso possibili associazioni con la sequenza sismica che dal 2016 al 2017 ha colpito duramente Amatrice e diverse aree centrali dell’Italia.
Quei movimenti tettonici raggiunsero una potenza molto simile (magnitudo 5.6), ma con modalità e posizioni differenti. Questa volta è stato l’effetto di una “compressione tra l’Appenino e la placca adriatica”.
Comunque, il sisma di oggi ci costringe a guardare l’evidenza. Per dirla con le parole dello scrittore Stephen Littleword, ancora una volta è stato come “sentire che c’è qualcosa di più grande di noi”.
È la forza della natura che ha il potere di distruggere e creare.
Il Pnrr e l’edilizia antisismica del futuro
In questo eterno movimento distruttivo e creativo, l’uomo e la natura hanno qualcosa di straordinariamente somigliante.
La forza di costruire insita nell’essere umano sta nella capacità di saper osservare dei fenomeni naturali (come un terremoto) e ricostruire un futuro su fondamenta più solide.
Gli architetti giapponesi sono stati un modello solido per l’edilizia di tutto il mondo.
Qualche giorno fa, l’Italia ha commemorato le piccole vittime degli eventi sismici che colpirono la scuola di San Giuliano di Puglia. Accadde il 31 ottobre 2002. Tredici anni fa alcune giovani vite furono spazzate a causa dei crolli della Casa dello Studente a L’Aquila. Entrambe le scosse non furono devastanti di per sé, ma misero a nudo le fragilità di un modo di costruire abitazioni e edifici pubblici che oggi, fortunatamente, è ormai superato e anche vietato dalla legge.
Proprio quest’anno, il 1° luglio 2022, è stato emanato un nuovo decreto per l’assegnazione delle risorse Pnrr (Piano nazionale ripresa resilienza) da destinare alla sicurezza sismica dei luoghi di culto e delle costruzioni pubbliche.
Il Segretariato Generale del Ministero della cultura destinerà parte dei fondi del Recovery Plan per 257 interventi e la messa in sicurezza di chiese e monumenti precari (qui l’elenco degli interventi in cantiere).
Grazie al Pnrr sono già disponibili 1,78 miliardi di euro. L’Italia ambisce alla messa in sicurezza dell’intero patrimonio pubblico entro il 2031, come da Manifesto presentato lo scorso anno dall’Associazione ISI (Ingegneria Sismica Italiana).
Il Sismabonus per le case private
I terremoti di L’Aquila e San Giuliano di Puglia hanno scosso soprattutto le coscienze, al punto che in questi due decenni sono notevolmente migliorate le metodologie per la valutazione del rischio sismico del patrimonio edilizio italiano e dei centri storici, con sistemi avanzati di monitoraggio dinamico e fessurativo. È stato anche aggiornato il Fondo Complementare Aree Sisma 2009-2016.
Infine, per le abitazioni private il governo ha stanziato il Sismabonus, che sarà prorogato almeno fino al 2023 e prevede detrazioni fiscali per lavori edilizi e la messa in sicurezza delle case.
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