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L’economia circolare prende velocità. In Italia continua a salire la percentuale di imballaggi riciclati, in particolare plastica e alluminio, che sono tra i rifiuti simbolo del consumo di massa. Gli ultimi dati disponibili e certificati Comieco segnano una tendenza all’incremento del recupero: nel 2022 hanno trovato una seconda 60mila tonnellate di alluminio (riconoscibile con l’indicazione “AL” o “ALU”) e 1 milione e 122mila di plastica e bioplastica. Oltre agli imballaggi, salgono le percentuali di rifiuti plastici e metalli riciclati.
Tuttavia alcune plastiche non possono essere rigenerate, a differenza dell’alluminio, ma anche della carta e del cartone. La scelta degli imballaggi e il corretto riciclo degli stessi è determinante per la longevità del rifiuto. Se i dati della carta e del cartone risentono ancora dei corpi estranei o delle sporcizie spesso presenti e in grado di inficiarne il riutilizzo, plastica e alluminio sono oggetto di false convinzioni, come quella che andrebbero lavati prima del conferimento.
Bisogna sciacquare plastica e alluminio prima di buttarli?
Il “CiAl responsabilità circolare” è un consorzio nazionale senza fini di lucro, specializzato tra le tante attività, nella ricerca di soluzioni per ottimizzare, raccogliere, recuperare e riciclare gli imballaggi in alluminio post-consumo, conciliando le esigenze di mercato con quelle di tutela dell’ambiente. Nelle cinque regole diffuse per una corretta raccolta dei rifiuti, si fa chiarezza rispetto a un quesito che può generare dubbi e malintesi. Plastica e alluminio devono essere lavati prima della differenziata?
La risposta degli esperti CiAl non lascia dubbi: “Ai fini del riciclo, non è necessario sciacquare o lavare i contenitori di alluminio”. Bisogna però rimuovere bene i residui di cibo o del prodotto contenuto nell’alluminio.
Lo stesso vale per gli altri imballaggi di plastica. Per questa tipologia di rifiuti sarà sufficiente rimuovere a fondo eventuali residui di cibo, esattamente come faremmo prima di caricare una lavastoviglie, ma non è necessario lavarli prima di conferirli nel bidone della plastica e alluminio, o in cassonetti separati laddove è previsto.
“Nella raccolta differenziata dell’alluminio – si precisa infine – oltre alle più note lattine per bevande, vanno inseriti anche: vaschette e scatolette per il cibo, anche quelle per il cibo per animali, bombolette spray, tubetti per creme, conserve e prodotti sanitari e cosmetici, il foglio sottile come l’involucro del cioccolato e il rotolo da cucina, tappi, capsule e chiusure varie”.
Come fare la raccolta plastica e alluminio
La rimozione dei residui di cibo è sufficiente, perciò non è necessario sciacquare. Ma se volessimo agevolare meglio la gestione dei rifiuti e la selezione da avviare al riciclo, dovremmo schiacciare bottiglie e contenitori per ridurne il volume, quindi compattare e appallottolare insieme i pezzi più piccoli e sottili.
Inoltre, i tappi di plastica potrebbero essere avvitati dopo aver schiacciato l’imballaggio, anche se ormai molti prodotti hanno il tappo legato al contenitore.
Anche le componenti più piccole di alluminio, ad esempio i tappi a vite delle bottiglie d’acqua, vino, liquori e conserve, o anche i coperchi dei vasetti dello yogurt, andrebbero raccolti e recuperati.
Il consorzio CiAl precisa che “l’alluminio non si raccoglie quasi mai da solo ma sempre con la plastica e/o il vetro”. In ogni caso, andrebbero seguite sempre le indicazioni del Comune di residenza per un corretto conferimento, perché molte gestioni prevedono plastica e alluminio da conferire nello stesso contenitore, o alluminio nei metalli o nel vetro.
Non dimentichiamo però che tutti gli imballaggi in alluminio sono riciclabili al 100% e all’infinito. Mentre alcune plastiche interrompono la catena dell’economia circolare. Per questo, la scelta da parte dei consumatori di imballaggi e rifiuti può fare la differenza.
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