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Il bonus per l’acqua potabile è stato esteso anche al 2023. Vediamo di seguito di cosa si tratta, cosa include, a chi si rivolge e quali sono le scadenze di fine febbraio da segnare in agenda.
Ecco tutte le informazioni da conoscere sull’argomento.
Cos’è il bonus acqua potabile?
Con il termine bonus acqua potabile o bonus depuratore si intende un’agevolazione che eroga un credito d’imposta pari al 50% destinato all’acquisto e all’installazione di sistemi di filtraggio, con la finalità di migliorare la qualità dell’acqua dei rubinetti domestici e di limitare l’utilizzo delle bottiglie di plastica.
Copre le spese sostenute dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2023 e, nel dettaglio, fa riferimento a tutti quei sistemi utilizzati per:
- il filtraggio;
- la mineralizzazione;
- il raffreddamento;
- l’addizione di anidride carbonica alimentare.
Qual è il tetto massimo di spesa?
È previsto un tetto massimo di spesa sul quale calcolare il bonus:
- 1.000 euro per ogni abitazione, per le persone fisiche;
- 5.000 euro per gli immobili adibiti ad attività commerciale o istituzionale per chi esercita attività d’impresa, arti e professioni e per gli enti non commerciali.
Come utilizzare il bonus per l’acqua potabile?
Per accedere al contributo, bisogna comunicare le spese sostenute attraverso una documentazione con una fattura elettronica o un documento commerciale, dove è riportato il codice fiscale del richiedente.
I privati possono effettuare il pagamento tramite versamento bancario o postale oppure utilizzando altri sistemi di pagamento diversi dai contanti.
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Bonus per l’acqua potabile: le scadenze di febbraio da ricordare
Le spese agevolabili andranno comunicate all’Agenzia delle Entrate, tramite l’area riservata del sito, tra il primo e il 28 febbraio dell’anno successivo rispetto a quello di sostenimento del costo.
In alternativa, è possibile inviare la comunicazione in un file in linea con le specifiche tecniche presenti nella scheda informativa.
Il bonus acqua potabile può essere utilizzato in compensazione tramite F24 o anche nella dichiarazione dei redditi per l’anno della spesa e in quelle degli anni successivi.