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La crisi energetica morde sempre di più. Si prospetta un vero e proprio “lockdown energetico”. Tutti i paesi dell’Ue stanno preparando delle contromisure per diminuire i consumi e preservare le già scarse scorte di gas in vista dell’inverno.
In occasione del primo primo Consiglio dei ministri tenutosi dopo la pausa estiva, il ministro Cingolani ha delineato il nuovo piano per i risparmi energetici.
In casa con un grado in meno
La temperatura sarà diminuita di un grado – da 20 a 19 – e il riscaldamento acceso per un’ora in meno, la sera, a partire da ottobre.
Questa regola varrebbe solo per le case dotate di riscaldamenti centralizzati e negli edifici pubblici, con riduzione del periodo di accensione di due settimane, spostando l’accensione da ottobre a novembre.
Questa è l’indicazione contenuta nel “dossier energia” che il Ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha proposto durante il Consiglio dei ministri per fronteggiare l’emergenza gas.
Il Ministro ha anche annunciato che la prossima settimana sarà varato dal governo un ampio piano di sostegno per le imprese, precisando che sarà abbassato il costo dell’energia.
Il piano, ancora allo studio, avrà finalità non solo di per far fronte al caro bollette ma verranno indicate precise modalità per l’utilizzo degli impianti di riscaldamento. Ma il Ministro ha già precitato che la bozza strutturale per ridurre il caro energia, rappresenterà un “provvedimento importante” che sosterrà soprattutto le imprese “azzannate” dalla crisi energetica.
Un decreto ministeriale entro la prossima settimana
La stretta sui riscaldamenti, da quanto si apprende da fonti di stampa, dovrebbe arrivare attraverso un decreto ministeriale che lo stesso ministro Cingolani dovrebbe firmare nei prossimi giorni.
Il Ministro, però, esclude di far ricorso allo smart working del servizio pubblico, ne ad interventi riguardanti l’illuminazione delle vetrine dei negozi, a differenza di altri Paesi europei che hanno anche limitato l’uso dell’illuminazione pubblica in determinate ore serali. Per ora i provvedimenti rientrano nel terzo livello di emergenza.
La scuola non si tocca
Esclusa da questi razionamenti energetici è la scuola. Dopo alcune indiscrezioni circolate in merito alla Dad contro il caro-energia e alla riduzione degli orari delle scuole, per frenare l’emergenza energetica, il Ministro dell’Istruzione ha subito precisato che “non è mai stata sul tavolo, non si è mai discusso di scuola”.
Fonti di governo precisano che tale ipotesi, di far rientrare anche la scuole nel pacchetto di razionamento energia è stata “respinta in tutto e per tutto” dal governo.
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L’ultima spiaggia
Ma se i provvedimenti che il Governo Draghi non dovessero essere sufficienti, ovvero nel caso in cui in autunno il terzo livello di emergenza, non fosse sufficiente a “mettere in sicurezza” le scorte di gas, allora si potrebbe prospettare una riduzione dell’illuminazione pubblica fino al 40% dei consumi totali e persino la chiusura anticipata degli uffici pubblici e dei negozi, con orario limite di apertura per i locali pubblici potrebbe esserci un orario limite di chiusura fissato alle 23.
Questa prospettiva, per ora ovviamente, è esclusa, perché come espressamente ribadito dal ministro non sono è previsti né il ricorso allo smart working del servizio pubblico, né interventi riguardanti l’illuminazione delle vetrine dei negozi e strade pubbliche.