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Dopo una separazione, è comune che uno dei partner lasci l’abitazione condivisa. Tuttavia, non è raro che l’ex coniuge non aggiorni la propria residenza anagrafica, creando problemi per chi rimane nell’immobile.
Se vi trovate in questa situazione, ecco quali sono alcuni passaggi da seguire per risolvere il problema.
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Procedura di cancellazione anagrafica
Il primo passo è avviare una procedura di cancellazione anagrafica per l’ex coniuge dal registro della popolazione residente. Questo può essere fatto tramite una dichiarazione al Comune, indicando che l’ex coniuge ha lasciato l’abitazione.
È utile fornire, se possibile, il nuovo indirizzo dell’ex partner.
Nel dettaglio:
- Comunicazione con il Comune: potete contattare l’ufficio anagrafe tramite raccomandata a/r, personalmente o via P.E.C. (Posta Elettronica Certificata), fornendo le prove dell’allontanamento.
- Indagini anagrafiche: l’ufficio anagrafe condurrà verifiche per accertare l’effettiva assenza e chiederà eventuali chiarimenti all’ex residente.
Cancellazione per irreperibilità
Se l’ex coniuge non risponde e non è rintracciabile, potete richiedere la sua cancellazione per irreperibilità (articolo 11 del Dpr 223/1989). Questo passaggio prevede che la Polizia Municipale faccia ripetuti accertamenti per confermare che l’ex coniuge non vive più all’indirizzo registrato.
Per quanto riguarda le procedure legali: l’ufficiale di anagrafe, dopo aver confermato l’irreperibilità, informerà il Prefetto della cancellazione, il quale potrà poi prendere ulteriori provvedimenti.
Conseguenze della cancellazione
La cancellazione dall’anagrafe ha diverse implicazioni legali per l’ex coniuge:
- Perdita di diritti civili: l’individuo perderà il diritto di voto e l’accesso a servizi, come l’assistenza sanitaria, nell’ex Comune di residenza.
- Documentazione: diventerà impossibile ottenere nuovi documenti di identità o certificazioni anagrafiche fino a una nuova registrazione.
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Gestione dei beni personali
Un altro problema che può sorgere è la presenza di beni personali dell’ex nella proprietà. Se non ci sono accordi preesistenti, i beni acquistati rimangono proprietà di chi li ha comprati, ma se l’ex coniuge non vuole ritirarli o riprenderseli ci sono allora due alternative, come stabilito dalla legge:
- Messa in mora: Potete intimare legalmente all’ex di ritirare i suoi beni, tramite una notifica dell’ufficiale giudiziario (atto previsto dall’articolo 1209, comma 2, del Codice civile). Se non vengono ritirati, potete decidere di depositarli a spese dell’ex coniuge (come previsto dall’articolo 1210 del Codice civile).
- Vendita dei beni: se le spese di deposito sono eccessive, potreste chiedere l’autorizzazione a vendere i beni, sostituendoli con il ricavato (articolo 1211 del Codice civile).
Affrontare un ex coniuge che non cambia la residenza richiede un approccio metodico e, a volte, l’intervento legale. È fondamentale agire in modo informato e con il supporto di professionisti, se necessario, per proteggere i vostri diritti e regolarizzare la situazione.
Se le difficoltà persistono, consultare un avvocato può fornire ulteriori opzioni per risolvere la situazione in modo efficace e conforme alla legge.