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La Legge non permette che un coniuge venga diseredato, se vi è di mezzo il matrimonio.
Questo può avvenire solo in caso di divorzio. Ci sono però delle eccezioni.
Cosa spetta al coniuge
A livello di immobili, il coniuge è un erede legittimario, a cui spetterà sempre una quota del patrimonio del defunto.
Ovviamente, in caso di figli, la quota verrà divisa con loro. Il coniuge ha il diritto di continuare a vivere nella casa famigliare, dove entrambi vivevano prima del decesso.
Parliamo di “diritto di abitazione” riguarda anche la possibilità di utilizzare i mobili presenti nella casa.
Proprio per questo motivo, gli altri eredi comproprietari della casa non potranno chiedere il pagamento di un canone o un risarcimento.
Questo diritto finisce nel momento della morte del coniuge superstite o con il suo trasferimento.
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Quando il coniuge è diseredato
L’unico modo per riuscire a diseredare il coniuge è ottenere il divorzio. Non è sufficiente, quindi, la semplice separazione, ma grazie a una recente riforma è comunque possibile chiedere il divorzio con la stessa domanda di separazione.
Ma ci sono due eccezioni. La prima è la separazione con addebito, quando si accerta che la separazione è avvenuta per colpa di uno dei due coniugi. Per esempio, quando uno dei due lascia il tetto coniugale a seguito di adulterio.
Il secondo caso in cui è possibile diseredare il coniuge, è quando questi viene dichiarato, dopo la morte del testatore, indegno a succedere.
Parliamo della commissione di reati particolarmente gravi come l’omicidio (consumato o anche solo tentato), la calunnia per reati particolarmente gravi (la moglie che accusa il marito di molestie che poi sono risultate infondate).
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In questo caso, quindi, a differenza di quello precedente, ad agire contro il coniuge saranno gli altri eredi che concorrono con lui nella divisione del patrimonio.
*Questo contenuto ha scopo informativo e non ha valore prescrittivo. Per un’analisi strutturata su ciascun caso personale si raccomanda la consulenza di professionisti abilitati.