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Nei giorni scorsi, la Corte di Cassazione ha confermato la confisca dell’hotel-ristorante La Sonrisa per abusivismo edilizio.
Oltre ad aver visto quali saranno le ripercussioni per chi aveva già prenotato un matrimonio nella struttura, approfondiamo insieme quali sono le motivazioni che hanno portato alla confisca del “Castello delle Cerimonie”.
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Il fatto
La vicenda è ormai nota: all’esito di un lungo iter giudiziario, è diventata operativa la confisca operata dal Comune di Sant’Antonio Abate (Napoli) nei confronti de La Sonrisa, l’hotel-ristorante di lusso a diventato famoso come il Castello del Boss delle Cerimonie.
La motivazione della confisca è stata indicata nella presenza di abusi edilizi, iniziati alla fine degli anni Settanta e che coinvolgono i terreni su cui sorge il Castello, per un’area di 40mila metri quadri.
Gli abusi contestati: la lottizzazione abusiva
Come accennato, ai proprietari dell’area su cui sorge La Sonrisa, l’hotel-ristorante di lusso è stato contestato il reato di lottizzazione abusiva e, con la sentenza della Corte di Cassazione, è stata disposta la confisca dell’area su cui sorgono le costruzioni abusive, così determinandone l’acquisizione al patrimonio immobiliare del Comune di Sant’Antonio Abate.
La lottizzazione abusiva è quella fattispecie di rilevanza penale per la quale si realizzano opere che determinano una “…trasformazione urbanistica od edilizia dei terreni….” in violazione “….delle prescrizioni degli strumenti urbanistici, vigenti o adottati, o comunque stabilite dalle leggi statali o regionali o senza la prescritta autorizzazione”. Perché si abbia lottizzazione abusiva, dunque, è necessario che le opere realizzate siano in contrasto con gli strumenti generali di pianificazione (Piano Regolatore Generale comunale) o gli strumenti attuativi comunali (piani particolareggiati, piano di recupero, lottizzazione a scopo edificatorio, ecc).
La norma, anche con una sanzione penale, intende salvaguardare la potestà urbanistica pubblica, connessa funzione di controllo, posta a garanzia dell’ordinata pianificazione urbanistica, del corretto uso del territorio e della sostenibilità dell’espansione abitativa. Diversamente, chiunque potrebbe realizzare nuovi insediamenti in spregio alla pianificazione del territorio da parte degli enti territoriali.
Le conseguenze: l’acquisizione al patrimonio del Comune
Qualora venga accertata la lottizzazione abusiva di terreni a scopo edificatorio in difetto delle dovute autorizzazioni, il Comune adotta una conseguente ordinanza (con la quale, ad esempio, può anche disporre la sospensione dei lavori eventualmente ancora in corso). Tale ordinanza, decorsi novanta giorni dalla notifica ai proprietari, determina l’acquisizione di diritto dell’area al patrimonio comunale.
Oltre a ciò, poiché la lottizzazione abusiva è anche fattispecie penale, l’art 44 d.P.R. n. 380/2001 prevede che, con la sentenza penale definitiva, viene disposta anche la confisca dei terreni abusivamente lottizzati e delle opere abusivamente costruite.
Confisca e prescrizione del reato
Nel caso de La Sonrisa, appare interessante osservare come la sentenza della Corte di Cassazione abbia confiscato l’area nonostante il reato ascritto ai proprietari fosse ormai prescritto (e, dunque, non è stato oggetto di sanzione penale).
Sul punto, è ammessa dalla giurisprudenza la possibilità che la confisca gratuita delle aree in cui sia stata accertata la lottizzazione abusiva nel procedimento penale svoltosi avvenga anche nel caso della prescrizione del reato, purché sia rimasto accertato l’elemento oggettivo e soggettivo nel dibattimento.
*Immagine di copertina – Credits lasonrisa.it