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Possono essere tanti i motivi di scontro e tensione all’interno di un condominio. In particolare, quando ci ritrova ad abitare in grandi palazzi con decine di unità immobiliari, magari dopo essersi appena trasferiti (quindi non conoscendo nessuno), il comportamento dei vicini può provocare irritazione e fastidio, soprattutto se si desidera vivere nel silenzio e nella tranquillità.
E così, può capitare che alcuni casi specifici vengano segnalati all’amministratore di condominio, il quale ha il compito di indagare e capire se esistono i presupposti per un richiamo formale nei confronti del presunto disturbatore, oppure se la diatriba si basa su questioni infondate. Una delle situazioni più ricorrenti da questo punto di vista è quella in cui uno dei residenti nell’edificio abbia l’abitudine di passare l’aspirapolvere di notte.
Esistono delle fasce orarie per fare le pulizie di casa quando si vive in condominio? Cosa dice la legge
All’interno di un’ampia casistica più generale, il caso su cui stiamo ponendo l’attenzione si verifica davvero molto spesso nei palazzi delle città italiane. L’esempio classico è quello di chi non si può fermare a casa durante le ore di lavoro, magari non ha neanche una famiglia e non può concedersi il lusso di stipendiare un addetto alle pulizie. Non avendo a disposizione altri momenti utili per pulire, ecco che l’aspirapolvere viene adoperata nell’appartamento durante la notte.
Un atteggiamento che rischia di infastidire i vicini di pianerottolo, ma anche quelli situati nell’unità immobiliare sottostante, i quali sentono sopra la propria testa il tipico rumore dell’elettrodomestico acceso nel momento in cui vorrebbero riposare. In questi, cosa dice la legge a proposito? Il nostro ordinamento statale, all’articolo n°844 del Codice civile, è molto vago in materia, introducendo solamente la nozione di “tollerabilità dei rumori” prodotti da un condomino.
Quando è possibile passare l’aspirapolvere in casa e cosa dice il regolamento condominiale
Nello specifico, il legislatore non ha voluto introdurre fasce orarie prestabilite, limitandosi a dire che non si può vietare la produzione di rumori a meno che non siano intollerabili per il vicinato. Un’indicazione passibile di molteplici interpretazioni, quindi poco vincolante. Qualora scattasse una segnalazione e si finisse in tribunale, toccherebbe alla discrezionalità del giudice decidere chi ha torto e chi ha ragione.
Cosa diversa invece è se il regolamento condominiale pone dei paletti precisi sul tema. Capita quando vi siano persone anziane o malate nell’edificio, soggetti che hanno bisogno di particolari attenzioni e tutele. In questi casi, l’indicazione oraria inserita nel regolamento comune funge da vincolo per il comportamento dei condòmini, che devono rispettarla e adeguarsi di conseguenza.
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