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È questo uno dei tanti dati interessanti che emergono dal nuovo report Fashion High Street 2021 – come il comparto sta reagendo agli effetti della pandemia realizzato da World Capital e da Federazione Moda Italia. Del resto l’ampi analisi indaga le performance e i valori di mercato delle principali high street – le cosiddette vie dello shopping – italiane e mondiali.
Vediamo più nel dettaglio le tendenze e gli scenari che sono emersi.
High street, si intravede la ripresa
Come abbiamo più volte sottolineato, la pandemia ha pesantemente colpito il settore del retail, che ha però ha iniziato a mostrare i primi segnali positivi.
Qual è la situazione a livello nazionale? Analizzando più nel dettaglio le dinamiche del mercato immobiliare nazionale delle high street, è il Nord a trainare il comparto con una percentuale di tasso di sconto in lieve diminuzione, una forbice dei canoni di locazione che si allarga (valore medio minimo -1,2% e valore medio massimo +1,2%) e i rendimenti in lieve ridimensionamento (in media dal 6% al 5,6%).
Scenario più stabile al Centro, mentre al Sud i canoni di locazione registrano un calo moderato (valore minimo medio -3% e valore massimo medio -0,9%).
La classifica delle vie dello shopping
Dal report non ci sono grandi sorprese per quel che riguarda la classifuica delle high street: le pozioni rimangono infatti pressoché invariate rispetto a quelle del semestre precedente.
In cima al podio, come già accennato, via Montenapoleone (10.800 euro/metro quadro/anno, canone massimo +3%) a Milano; seguono poi due location della Capitale: via dei Condotti (9.600 euro/metro quadro/anno, canone massimo +2%) e Piazza di Spagna (7.450 euro/metro quadro/anno, canone massimo +1%) a Roma.
Tuttavia, correlando il canone di locazione medio per high street con la lunghezza commerciale, valutando così l’effettivo valore della location, la situazione cambia. Infatti, al primo posto troviamo Roma con Via del Corso seguita da Milano con Via Montenapoleone e Corso Buenos Aires.
Gli spazi commerciali del futuro
Volendo fare una previsione per il futuro, possiamo ipotizzare che, se gli incubatori commerciali vorranno adeguarsi e reagire all’attuale domanda dell’e-commerce e alla forte saturazione della domanda dettata da un’offerta sovradimensionata (soprattutto nel Nord Italia), dovranno puntare su particolari fattori. In primo luogo ci si dovrà orientare su spazi flessibili e polifunzionali, degli “entertainment centre”, veri e propri luoghi mixed-use in cui non solo fare shopping, ma anche vivere, lavorare e divertirsi. Non mancherà la componente digital con servizi di delivery e click and collect, tecnologie per la sosta innovativa e molto altro. Ma anche spazi sostenibili e a basso impatto.
Andrea Faini, CEO di World Capital