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In passato, e per molti anni, il triste spettacolo dei rifiuti ingombranti abbandonati per strada ha allarmato diverse città e periferie italiane. Ancora oggi si segnalano oggetti quali divani, materassi, elettrodomestici di ogni tipo lasciati sul ciglio o nelle aree abbandonate o poco sorvegliate. Ma cosa si rischia davvero se ci si lascia tentare dalla “comodità” di disfarsi di un vecchio divano in questo modo? Abbandonare divani e altri mobili per strada è reato? Vediamo cosa dice la legge, e cosa s’intende per rifiuto ingombrante.
Quando un rifiuto è considerato ingombrante?
Un rifiuto è considerato ingombrante quando non può essere conferito nei normali sistemi di raccolta differenziata o del secco residuo a causa delle sue dimensioni.
In generale, per essere considerato ingombrante o RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), un rifiuto deve avere le seguenti caratteristiche:
- Dimensioni superiori a 40 x 40 centimetri: questa è la misura standard utilizzata da molti Comuni per definire i rifiuti ingombranti;
- Impossibilità di essere ripiegato o compattato: i rifiuti ingombranti non devono poter essere ridotti di volume in modo significativo;
- Peso superiore a 20 chili: alcuni Comuni prevedono un limite di peso per i rifiuti ingombranti.
Tra i rifiuti ingombranti più diffusi, molti sono legati al mondo della casa, quindi:
- Mobili (divani, letti, armadi, tavoli, sedie, ecc.);
- Materassi;
- Reti da letto;
- Elettrodomestici (frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie);
- Sanitari;
- Infissi;
- Scaffali;
- Giocattoli e oggetti per la casa di grandi dimensioni.
Come fare per buttare un divano?
I divani, alla pari di tutti i rifiuti considerati ingombranti e inclusi nelle istruzioni per la raccolta diffuse dai singoli Comuni, possono essere conferiti e smaltiti in varie modalità. Infatti, esistono diverse alternative per disfarsi di un divano, in modo legale e responsabile. Ad esempio:
- Ritiro a domicilio: molti Comuni offrono un servizio di ritiro gratuito a domicilio dei rifiuti ingombranti;
- Consegna presso i centri di raccolta comunali: in alternativa, è possibile conferire i rifiuti ingombranti presso i centri di raccolta comunali, o nelle cosiddette “isole ecologiche”;
- Vendita o donazione: se i mobili sono ancora in buono stato, si possono vendere online o donare ad associazioni di beneficenza.
È sempre importante informarsi sulle modalità di smaltimento dei rifiuti ingombranti nel proprio Comune di residenza, evitando di abbandonarli per strada o sotto casa. Diversamente, cosa accadrebbe?
Abbandonare un divano è reato?
L’abbandono di rifiuti ingombranti per strada, divani compresi, è considerato un malcostume dal punto di vista sociale, ma anche un comportamento illegale per la giurisprudenza italiana. Questi comportamenti sono puniti con multe, che possono variare da poche centinaia, a diverse migliaia di euro.
Perciò, abbandonare divani e altri mobili per strada è reato. L’articolo 256 del Codice dell’ambiente punisce chiunque depositi “in modo incontrollato rifiuti urbani e speciali”.
Per lo Stato italiano, l’abbandono di rifiuti ingombranti non è considerato solo un reato, ma anche un comportamento incivile che danneggia l’ambiente e il decoro urbano. In alcuni casi, è previsto anche il sequestro del veicolo utilizzato per trasportare i rifiuti.
Questi rifiuti, infatti, se abbandonati possono avere le seguenti conseguenze:
- inquinare il suolo e le acque: i materiali di cui sono composti, come il legno, la plastica e la gomma, possono rilasciare sostanze nocive nell’ambiente;
- ostruire le strade e i marciapiedi: creando disagi ai cittadini e alle persone con disabilità;
- favorire la proliferazione di animali e insetti nocivi, oltre che costituire materiale pericoloso in caso di incendi nei campi incolti dove spesso vengono abbandonati.
Anche chi assiste all’abbandono di rifiuti ingombranti per strada, è tenuto a segnalare il comportamento illegale alle autorità competenti, come la Polizia Municipale o i Carabinieri forestali. Alcuni Comuni prevedono la segnalazione online sul sito istituzionale.
Cosa rischia chi abbandona i rifiuti?
L’articolo 255 del Codice dell’ambiente prevede una sanzione amministrativa per l’abbandono di rifiuti da parte di una persona fisica (un individuo). In questo caso, si presume che il materiale abbandonato sia di natura domestica.
Lo stesso articolo applica una sanzione penale per l’abbandono di rifiuti da parte di una persona giuridica (quindi un’azienda, un’impresa o un ente). In questo caso, si presume che il materiale di scarto provenga da attività professionali, aprendo la strada a possibili reati ambientali.
La distinzione tra sanzione amministrativa e sanzione penale si basa sulla gravità del reato e sulla responsabilità del soggetto. Le persone giuridiche sono considerate più responsabili per i loro atti, in quanto dispongono di maggiori risorse e capacità di controllo.
In generale, le sanzioni per l’abbandono di rifiuti vengono punite come segue:
Abbandono rifiuti non pericolosi
Arresto da 3 mesi a 1 anno e ammenda da 2.600 € a 26 mila euro;
Abbandono rifiuti pericolosi
Arresto da 6 mesi a 2 anni e ammenda da 2.600 € a 26 mila euro.
Ad esempio, l’abbandono di un divano per strada (considerato un rifiuto non pericoloso) comporta il rischio di una condanna a 3 mesi e a una multa da 2.600 a 26 mila euro, a seconda della gravità. Invece, l’abbandono di un bidone di vernici (che è considerato rifiuto pericoloso), può portare alla pena detentiva di 1 anno e alla sanzione fino a 26 mila euro.
In entrambi i casi, non scatta la pena detentiva, perché prevista sotto i 4 anni.