Collaboratore di Immobiliare.it
Sono passati vent’anni dall’arrivo dell’euro, l’inflazione nel frattempo è arrivata al +33% ma cosa è successo ai prezzi di tutto quello che consumiamo e paghiamo tutti i giorni? Lo ha calcolato Altroconsumo per un approfondimento sull’Economia del Corriere della Sera pubblicato in questi giorni.
In un momento storico in cui si parla nuovamente di inflazione, salita al 3,9% a novembre su base annuale, lo studio di Altroconsumo ha preso in esame quattro categorie, e un totale di 29 beni e servizi, per capire come sono cambiati i costi nell’ultimo ventennio, quello dell’euro:
I risultati sono variabili anche se non possono essere definiti drammatici visto che, nonostante qualche picco di aumento importante, il prezzo dei due terzi dei beni e servizi considerati è cresciuto meno dell’inflazione. Solo dieci infatti sono schizzati sopra ai livelli dell’indice dei prezzi Istat NIC: si tratta in particolare dei frigoriferi (+67%), del pane fresco (+82%) che da due euro al chilo passa a quattro e dei trasporti locali per cui il biglietto è passato da 77 centesimi a 1,75 euro di media a Milano, Roma, Torino, Bologna e Genova. A questi tre beni e servizi, fra quelli aumentati ben più dell’inflazione si aggiungono la benzina (+75%) e il gasolio (+87%), l’energia elettrica (+360%) e il gas (+173%), ferri da stiro con caldaia esterna (+44%), telefoni cellulari (+41% ma è bene ricordare il passaggio allo smartphone) e fotocamere (+71%).
Fra tecnologia e beni alimentari lo studio ha preso in considerazione diciannove prodotti. Per questi, negli ultimi vent’anni il prezzo è sceso in sette casi: aspirapolvere, notebook, macchine per il caffè, lavastoviglie, microonde e lavatrici per la tecnologia e solo la passata di pomodoro per gli alimenti. Per tutti gli altri il prezzo è salito ma non più del livello dell’inflazione che, ricordiamo, è stato del 33%. In questo momento storico, in cui banche centrali e supermercati sono chiamati a decidere le politiche dei prezzi, spaventa la possibilità che aumentino i costi dei generi alimentari che invece negli ultimi anni si sono tenuti, salvo eccezioni, pressoché stabili. Mentre appare ovvio che per i beni durevoli l’aumento sia fra i più contenuti (+7,2%), dato che si tratta per lo più di tecnologia che diventa sempre più accessibile. In media invece per gli alimentari gli aumenti sono stati del 19%, quindi al di sotto della soglia dell’inflazione.
Rispetto a vent’anni fa salire sui mezzi di trasporto locali, fare benzina o gasolio ci costa oggi il 126% in più, mediamente oltre il doppio quindi. Per quanto riguarda il tempo libero i dati a disposizione dello studio si fermano al 2020 ma in ogni caso consentono di avere un quadro di aumenti generalizzato: il biglietto del cinema, per esempio, è aumentato del 17%, uscire a cena per pizza e bibita costa oggi il 76% in più e per bere un caffè si paga il 126% più che nel 2001.
Con il Covid è cambiato qualcosa? La risposta è no. Fra il 2019 e il 2021 sono naturalmente scesi di poco i prezzi del cinema e di pizza e bibita (-0,2%) ma il caffè al bar ha continuato a crescere del 2,3% a fronte di un’inflazione leggermente negativa, al -0,1%. In due anni lo studio ha rilevato un crollo di quasi l’8% del prezzo del Big Mac e del 2% dei costi delle lavastoviglie. Mentre frigoriferi e lavatrici, in due anni, sono aumentati rispettivamente dell’11% e del 13%.