Le occasioni di scontro e tensione tra i proprietari presenti in un condominio possono essere molte, specialmente quando entrano in gioco le dinamiche che riguardano le cosiddette aree comuni.

Non di rado capita che la figura dell’amministratore condominiale non sia sufficiente per rasserenare gli animi tra i condòmini: così, in svariate situazioni, una delle due parti decide per l’intervento dell’autorità giudiziaria, che si pone come arbitro della questione tra i vicini.

Scavi nel sottosuolo e abbassamento del piano di calpestio: le regole nel condominio

Negli ultimi tempi, uno dei casi di cronaca che ha fatto più discutere è quello che riguarda uno scavo nel sottosuolo effettuato dal proprietario di un’unità immobiliare commerciale sita al piano terra di una palazzina in provincia di Cagliari.

L’uomo aveva deciso di affidare ad una ditta specializzata i lavori di escavazione da effettuare per ampliare il proprio locale: il progetto – poi realizzato solo in parte – prevedeva l’abbassamento del pavimento e la realizzazione di un area adibita a seminterrato.

Tutto questo nonostante i vicini presenti nell’edificio avessero manifestato la propria contrarietà in sede di assemblea condominiale, chiedendo che il progetto non venisse approvato.


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Lavori effettuati da un condomino nel sottosuolo, cosa dice la magistratura

La diatriba è finita così nell’aula di un Tribunale, con i condòmini che hanno accusato il proprietario del locale commerciale di aver inglobato il sottosuolo – considerato come area comune – nel proprio possedimento.

In primo grado, i giudici avevano respinto il ricorso presentato dai condomìni e anche la correlata richiesta di ripristino della situazione precedente, ritenendo che il piano di calpestio non fosse stato abbassato e che quindi il volume complessivo dell’immobile non avesse subito alcuna modifica.

Di parere opposto i magistrati della Corte d’Appello, che invece in secondo grado hanno condannato il proprietario, evidenziando come ci fosse stato un evidente abbassamento del piano di calpestio, con conseguente occupazione illecita del sottosuolo comune. Il caso in oggetto viene ora citato di frequente nel dibattito sull’utilizzo improprio delle aree condominiali comuni.

*Questo contenuto ha scopo informativo e non ha valore prescrittivo. Per un’analisi strutturata su ciascun caso personale si raccomanda la consulenza di professionisti abilitati.

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