Le case di ringhiera possono rievocare alla memoria i caratteristici Navigli di Milano. Questo stile residenziale, con i ballatoi affacciati su cortili comuni, sono un elemento distintivo del tessuto urbano della città, un tempo periferia. 

Alcuni angoli milanesi raccontano la storia della seconda metà dell’Ottocento, quando il motore dell’economia italiana ingranò la marcia verso una rapida crescita industriale e demografica. Vediamo come sono nate e cosa rappresentano oggi le case di ringhiera a Milano. 

Cosa sono le case di ringhiera

La casa di ringhiera, o casa a ballatoio, è un tipo di edilizia popolare con più appartamenti su ciascun piano, che condividono un ballatoio o un balcone lungo l’intero edificio, all’interno di un’area cortile o atrio. Questo ballatoio serve da accesso alle unità immobiliari ed è di uso comune

Perché sono nate le case ringhiera? Da centro per migranti a stile di residenza

Questa tipologia di case e organizzazioni condominiali è tipica dell’Ottocento. Proprio in quell’epoca si diffuse nelle città settentrionali italiane, in particolare a Milano e a Torino. Ma oltre al fascino estetico che suscitano oggi, soprattutto nei turisti che le apprezzano adornate di fiori, o sostano nei cortili di servizio di qualche struttura ricettiva, la loro origine è legata a fattori storici, sociali ed economici di quell’epoca

Milano, e altre grandi città che in seguito diventeranno punte del triangolo industriale, stavano attraversando la prima ondata di urbanizzazione accelerata. Un processo scaturito a seguito dell’industrializzazione, e delle conseguenti migrazioni di operai verso le fabbriche, segnando il primo incremento demografico moderno.

Tuttavia, la crescita della città richiedeva soluzioni abitative rapide ed economiche. C’era bisogno di fornire alloggi veloci ed efficienti per accogliere le persone che si trasferivano dalle aree rurali, alle città.

Così si diffusero le case di ringhiera: un esempio di architettura popolare, concepite per adattarsi alle esigenze di una popolazione in crescita. La loro struttura a più piani con balconi condivisi permetteva di ospitare molte famiglie in uno spazio relativamente compatto.

Le case di ringhiera nel cuore pulsante della movida milanese

In uno dei capolavori della storia del cinema italiano, alcune case a ringhiera appaiono sul grande schermo. Il film è “I soliti ignoti” di Mario Monicelli, del lontano 1958, candidato agli Oscar. Alcune scene del personaggio Ferribotte sono ambientate nel quartiere popolare San Lorenzo, in particolare nello storico Palazzo Lamperini, un esempio autentico di architettura operaia “di ringhiera” costruita a Roma. 

Lo stesso accadeva a Milano, proprio in uno dei quartieri che oggi è tra i più frequentati della movida milanese, tra i più ambiti, con case dal valore immobiliare importante. Esempi di casa di ringhiera di pregio storico si possono ammirare intorno a Corso San Gottardo e nella zona dei Navigli. I cortili si nascondono dietro ampi portoni in legno, a volte lasciati semichiusi così dalle fessure si possono intravedere case di ringhiera spesso adornate con fiori, luci, oppure allestite a locali, negozi e ristoranti.

Le case di ringhiera rappresentano un refrigerio naturale durante i mesi più caldi e afosi della città. In estate è piacevole sostare sui ballatoi interni al cortile, con le facciate dei palazzi che fanno ombra.  

Case di ringhiera: uno stile di abitare tornato alla moda

Quando sono state costruite le prime case di ringhiera bisognava fronteggiare l’emergenza urbanistica e migratoria. La densità di popolazione all’interno di questi condomini, occupati da contadini venuti dalle campagne e dagli operai, cominciava a crescere. In un contesto in cui le risorse erano limitate, la condivisione di spazi come il ballatoio e il cortile interno permetteva un uso più efficiente e condiviso dei servizi, contribuendo a mantenere i costi di costruzione e gestione più contenuti.

Nacquero come risposta alle sfide dell’urbanizzazione rapida, ma pian piano stavano creando nuove forme di socialità e di condivisione tra vicini di casa e di quartiere. Ogni ballatoio era un microcosmo sociale, dove le famiglie condividevano spazi comuni e si creavano forti legami di solidarietà. La vita era semplice e spesso difficile, ma ricca di relazioni umane e di un senso di comunità.

Dai bisogni dell’epoca si è così arrivati a uno stile residenziale che oggi la casa a ringhiera è caratteristica di una fetta di Milano, e di altre città, tanto da riconvertirsi in spazi di convivialità, di intrattenimento e ricreazione, strutture ricettive o residenziali, anche terrazzi e botteghe con negozi. Le case di ringhiera dei Navigli di Milano sono oggi la cornice dei locali di intrattenimento della sera, simbolo di una tipologia di movida milanese. 

Anche il mercato immobiliare è mutato, offrendo soluzioni abitative in case di ringhiera che nel tempo sono state fuse tra loro, diventando appartamenti più accessoriati, balconi con servizi in comune, quali stenditoi e lavatoi, alloggi in affitto in un’area ben servita e collegata come quella dei Navigli. 

Ieri erano gli operai e i contadini, oggi sono gli studenti e i turisti che riscoprono la ricchezza delle relazioni umane e il senso di comunità in una città un po’ dispersiva come Milano, dove non è sempre facile viverci. Le case di ringhiera sono diventati piccoli paesi nel cuore della grande città.

Dove si trovano le case di ringhiera a Milano

A Milano, diverse case di ringhiera sono diventate famose per il loro valore storico, architettonico o per essere state protagoniste di opere letterarie e cinematografiche. Ecco alcuni esempi.

Casa di ringhiera di Via Paolo Sarpi, 10

Edificio di fine Ottocento, situato nel cuore del quartiere Isola. Famosa per i suoi cortili e ballatoi, dove si svolgeva la vita quotidiana delle famiglie operaie. Si trovano descrizioni interessanti nel romanzo “Il giardino dei Finzi-Contini” di Giorgio Bassani.

Casa di ringhiera di Via De Amicis, 24

Costruita nel 1883, presenta una facciata decorata con fregi e stucchi. È stata la casa di Alda Merini, poetessa e scrittrice milanese. Alcune sue poesie sono ambientate proprio in questa casa e nel cosiddetto “quartiere di ringhiera”.

Casa di ringhiera di Corso Buenos Aires, 2

Edificio di inizio Novecento, esempio di stile Liberty. È caratterizzata da un ballatoio in ferro battuto e da ampie vetrate. È apparsa in diverse scene del film “Miracolo a Milano” di Vittorio De Sica.

Casa di ringhiera di Via San Marco, 2

Costruita nel 1875, si distingue per la sua facciata colorata. È stata la casa di Giovanni Testori, scrittore e pittore milanese. Le sue opere sono spesso ambientate nelle case di ringhiera di Milano.

Casa di ringhiera di Via Brera, 28

Edificio del XIX secolo, situato nel quartiere bohémien di Brera. Famosa per i suoi numerosi atelier d’arte e gallerie. Frequentata da artisti e intellettuali come Umberto Boccioni e Carlo Carrà.

Oltre a queste, molte altre case di ringhiera di Milano meritano di essere menzionate per la loro bellezza e storia. Queste case sono un simbolo della città e della sua memoria collettiva.

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