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Infrastrutture ed Edifici Pubblici 24 marzo 2022

Student housing: in Italia mancano 100mila posti letto


Il Pnrr prevede 1 miliardo per gli studentati, ma la Cassa Depositi e Prestiti rileva alcune criticità e invita a trovare nuovi modelli di sviluppo.
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Laura Fabbro

Collaboratrice di Immobiliare.it

Lo student housing è un settore in grande sviluppo che sta prendendo sempre più piede nel nostro paese, con iniziative nelle principali città. Eppure la Cassa Depositi e Prestiti, nello studio Student housing: quale futuro tra pubblico e privato? rileva che per centrare davvero gli obiettivi mancano non solo 100mila posti letto, ma anche una governance centralizzata e un quadro di incentivi fiscali e burocratici. Vediamo tutti i dettagli.

Alloggi universitari: dal Pnrr quasi 1 miliardo di euro

Sono esattamente 960 milioni i fondi stanziati dal Pnrr per lo student housing, di cui 300 resi disponibili già a febbraio con la pubblicazione di un bando che si chiuderà il 17 maggio e che prevede il cofinanziamento fino al 75% della realizzazione di alloggi e residenze per studenti. Lo scopo è quello di finalizzare una riforma che promuova l’intervento dei privati che si unisca a un regime di tassazione come quello che si applica all’edilizia sociale.

Student housing: la domanda è in costante crescita

Lo studio di CdP evidenzia come in Italia il numero di fuorisede sia in costante crescita (basti pensare che solo a Milano il 65% degli studenti universitari viene da fuori città) e la domanda di alloggi superi di gran lunga l’offerta: non solo nel capoluogo lombardo, dove il gap stimato è di circa 16mila posti letto, ma anche a Roma, Torino e Bologna che hanno 7mila richieste in più rispetto alla disponibilità. In generale, i posti in Italia coprono meno dell’8% delle domande, contro al 14% della Germania e il 23% della Francia.

Le strategie per il futuro Secondo CdP le carenze complessive si devono affrontare individuando nuovi modelli di sviluppo immobiliare in grado di promuovere la sostenibilità economico-finanziaria dei progetti e permettendo anche il ritorno degli investimenti. In questa prospettiva le esperienze di successo a livello nazionale ed internazionale mostrano come l’ibridazione delle soluzioni abitative – con un’offerta rivolta ad una pluralità di soggetti e con contratti di locazione con orizzonti temporali differenziati – rappresenti una modalità che, agendo sia sulla composizione della platea, sia sulla durata della permanenza, può contribuire a massimizzare l’efficacia degli interventi.

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