Collaboratrice di Immobiliare.it
Nel corso degli Electric Days è stato illustrato lo studio “Le variabili emissive dell’auto elettrica: ricarica, utilizzo e stili di guida” che risponde alle domande più frequenti relative ai veicoli elettrici. È stato valutato l’impatto ambientale dell’auto elettrica nel corso dell’intero ciclo di vita, ovvero il Life Cycle Assessment, considerando specifiche tipologie di utenza (dal manager aziendale con abitazione dotata di impianto fotovoltaico, al nucleo familiare che ricarica sul suolo pubblico). Ne risulta che le elettriche registrano emissioni fino a 29 volte più basse rispetto alle endotermiche.
Fabio Orecchini, direttore del CARe, ha evidenziato come tra i fattori di maggiore produzione di CO2 incidano maggiormente l’estrazione dei materiali per le batterie e il mix energetico impiegato per la costruzione e l’assemblaggio dell’auto. Se da un lato le modalità di ricarica hanno un impatto limitato sulla carbon footprint (l’impronta di emissioni di carbonio in atmosfera), in quanto i rendimenti medi dei diversi sistemi di ricarica sono molto simili tra loro, dall’altro le modalità di produzione e distribuzione dell’energia elettrica influiscono notevolmente sulle emissioni. Utilizzando la rete tradizionale, la carbon footprint può crescere anche fino a 9 volte rispetto all’uso di un impianto fotovoltaico che è 100% rinnovabile.
Ad incidere in maniera significativa sul risultato sono le caratteristiche del veicolo. Ad esempio, un’auto di segmento D (la Tesla Model 3), tra le più virtuose in termini di efficienza nella sua gamma, supera la carbon footprint di un’auto di segmento A (Smart EQ) di quasi il 40%. Il caso “migliore” è rappresentato da un veicolo costruito con energia 100% rinnovabile, con ricarica di energia da impianto fotovoltaico di autoproduzione e basse percorrenze annue. Al contrario il “peggiore” è un mezzo costruito con più del 70% di energia da fonti fossili, con percorrenze sensibilmente maggiori e prelievo di energia elettrica nella fase di ricarica da una rete con elettricità prodotta per lo più da fonte fossile.
L’analisi mostra che le vetture elettriche, nel completo ciclo di vita possono arrivare a produrre emissioni che oscillano da un minimo di 5,5 grammi per chilometro (100% rinnovabili) per una smart elettrica (nel migliore dei casi), molto vicino allo zero effettivo, fino a un massimo di 155 grammi. Per una Tesla Model 3, invece, si va da un minimo di 10,1 g/km a un massimo di 263,8, un divario che può crescere ulteriormente in funzione delle abitudini di spostamento.