Collaboratrice di Immobiliare.it
Il settore immobiliare non residenziale registra il record di volumi migliore di sempre. Cbre mette in luce come i volumi, nei primi tre mesi dell’anno, abbiano raggiunto la quota di 3,2 miliardi di euro, dei quali 1,5 solo nel primo trimestre del 2021: grazie, anche, alla netta crescita del settore degli uffici sotto la spinta dell’Esg, soprattutto nel segmento value add.
L’arrivo di investitori stranieri come nuovi player nel nostro mercato ha inciso significativamente sugli investimenti in arrivo dall’estero che toccano l’82%. Questo, l’attenuarsi della crisi sanitaria e il rafforzarsi della fiducia hanno portato a una curva positiva che in media ha investito tutte le asset class.
Che fine faranno gli uffici? Con lo smart working torneranno a occupare la stessa centralità? Sembrerebbe che questo cambio di tendenza non stia rendendo gli uffici obsoleti, bensì un asset i cui volumi mostrano una continua crescita. Nel periodo esaminato hanno raggiunto quota 1,4 miliardi di euro di investimenti mediante la chiusura di operazioni avviate nel corso dell’anno precedente e di transizioni effettuate principalmente off-market.
Il settore, dopo le incertezze legate alla pandemia e grazie alla diffusione dello smart working, sta vivendo un totale rinnovamento attirando in Italia player che da anni non si affacciavano al nostro mercato.
La città arriva a quota un miliardo di euro investiti e, mentre rallentano gli investimenti su prodotti Core, l’interesse su prodotto con profilo di rischio value add raggiunge livelli elevati, in particolare facendo riferimento agli immobili.
Nello specifico un report del Sole24 sostiene che: << la possibilità di aumentare il valore di un asset in termini di qualità, infatti, porta a volte anche all’offerta di pricing superiori a quelli richiesti, complice un più agevole accesso al credito per queste operazioni anche attraverso canali alternativi a quelli bancari >>.
Anche la Capitale registra volumi di tutto rispetto, raggiungendo un totale di 250 milioni di euro. Questo risultato, seppure lontano dal miliardo registrato da Milano, conferma le potenzialità del mercato romano e dell’interesse che suscita agli occhi degli investitori.
Inoltre, nella Capitale gli investimenti si sono concentrati soprattutto su prodotto Core, che, per le location centrali, trova mercato a rendimenti vicini al 3% netto.