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Opinioni 30 marzo 2022

Torna a respirare il mercato immobiliare italiano: ecco dove sale la domanda


La pandemia ha portato dei cambiamenti anche nel modo di abitare e lo dimostra l’aumento dei prezzi immobiliari anche nell’hinterland delle grandi città. Ecco tutti i dettagli.
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Ludovica Russotti

Collaboratrice di Immobiliare.it

Secondo l’analisi condotta dall’Ufficio studi di Tecnocasa, dopo lo stop dovuto alla pandemia, nel 2021 il mercato immobiliare italiano è tornato a respirare, registrando un aumento dei valori che vanno dal +0,8% delle grandi città al +0,4% di hinterland e capoluoghi di provincia.
Chi lascia i centri urbani lo fa in favore di zone limitrofe con case più grandi e a prezzi più accessibili. Bene anche le località di mare dove la qualità della vita supera di gran lunga il caos delle metropoli.

Ripresa immobiliare e grandi città

Secondo lo studio condotto da Tecnocasa le città che più hanno registrato un rialzo importante già nel primo semestre del 2021 sono state Bologna (con un +2,3%) e Milano (+2,0%). Quest’ultima, in particolare, facilitata dall’opera di riqualificazione urbana in atto ormai da diverso tempo nella città meneghina e che ha dato una nuova personalità a quartieri come Nolo, l’aerea residenziale a nord di Piazzale Loreto fino ai primi anni 2000 in generale stato di degrado e oggi casa di artisti, influencer ed eclettici.

Sebbene in maniera più contenuta, anche Roma e Genova si assestano su un timido seppur positivo +0,1 e +0,3%.

Abitare l’hinterland: come sono cambiate le abitudini degli italiani

A confermare le nuove abitudini degli italiani sono i tassi di crescita positivi delle richieste di abitazioni nell’hinterland(+0,4%), di certo figlie della pandemia e di come, negli ultimi due anni, sono cambiate le concezioni di lavoro e benessere. Lavoro da remoto ma anche uno stile di vita più lento e ponderato hanno dato una spinta importante all’andamento del mercato immobiliare di paesi, borghi e città periferiche. Così aumenta la domanda per abitazioni sul lago di Garda, nelle zone limitrofe a Verona (+2,2%) e nei dintorni di Milano, come Gorgonzola, Cernusco, Magenta, Sesto San Giovanni e Rho, dove c’è una scelta più ampia di case di nuova costruzione, grandi e a prezzi decisamente inferiori rispetto alla città.

Storia diversa a Roma (-0,5%), probabilmente per la scarsa rete di collegamenti tra zone confinanti con la Capitale, dove, però, si opta per l’acquisto o l’affitto di unità immobiliari in località di mare.

Capoluoghi di provincia e qualità della vita

I capoluoghi di provincia rimangono la scelta preferita degli italiani grazie alla compresenza di caratteristiche quali la qualità della vita, l’ottima rete di servizi e prezzi immobiliari tutto sommato contenuti, nonostante una crescita del mercato dello 0,4%.

L’aumento di prezzi più evidente l’hanno registrato Vercelli e Barletta che partivano da un valore minimo molto contenuto, seguite da Trieste, Reggio Emilia, Lecce, Modena e Trento che, grazie ai servizi offerti, alle opere di riqualificazione urbana e alla presenza di poli universitari di prim’ordine sono diventate, oggi più del periodo pre-pandemia, meta preferita per chi cerca casa a metà tra il caos della metropoli e la quiete dei sobborghi.

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