Articolista giuridico
Airbnb Ireland sarà obbligata a trasmettere, all’amministrazione tributaria, i dati sulle transazioni. Questo è quanto stabilito con una sentenza emessa in data 27 aprile 2022.
La Corte di Giustizia si è pronunciata in merito all’obbligo, previsto da una legge regionale della Région de Bruxelles-Capitale, relativo all’imposta sugli esercizi ricettivi turistici, di comunicare all’autorità tributaria regionale informazioni relative alle transazioni turistiche.
La Corte è stata chiamata a stabilire se detto obbligo costituisse, o meno, una disposizione fiscale espressamente esclusa dall’ambito di applicazione della direttiva sul commercio elettronico e se lo stesso costituisse un ostacolo alla libera prestazione dei servizi.
In sostanza è stato chiesto, alla Corte, di chiarire se l’articolo 1, paragrafo 5, lettera a), della direttiva 2000/31 debba essere interpretato nel senso che una normativa nazionale che obbliga i prestatori di un servizio di intermediazione consistente nel mettere in contatto, tramite una piattaforma elettronica e dietro remunerazione, potenziali conduttori con locatori, professionisti o meno, che offrono servizi di alloggio di breve durata a comunicare, su richiesta scritta dell’amministrazione finanziaria e a pena di ammenda amministrativa, “i dati del gestore e i recapiti degli esercizi ricettivi turistici, oltre al numero di pernottamenti e unità abitative gestite nell’anno precedente” al fine di identificare i soggetti debitori di un’imposta regionale sugli esercizi ricettivi turistici e i loro redditi imponibili, ricade nel “settore tributario” e deve di conseguenza essere considerata esclusa dall’ambito di applicazione della suddetta direttiva.
Leggendo la motivazione della sentenza la Corte afferma due principi:
Di conseguenza:
Per quanto concerne, in particolare, l’argomento secondo cui servizi di intermediazione immobiliare come quelli forniti dalla Airbnb Ireland, rischierebbero di essere maggiormente colpiti dalla disposizione in questione della legge regionale controversa, la Corte osserva che la disposizione in questione della legge regionale non è contraria alla libera prestazione dei servizi nell’Unione in quanto la legge della Regione di Bruxelles-Capitale si applica indistintamente a tutti i prestatori di servizi di intermediazione immobiliare a prescindere dal luogo di stabilimento.
La sentenza ha subito destato un notevole interesse tra gli addetti del settore turistico. Infatti, secondo un comunicato stampa Faderalberghi, la Corte tornerà ad occuparsi della materia. Infatti, si svolgeràa breve a Lussemburgo l’udienza dibattimentale sulla domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dal Consiglio di Stato italiano nell’ambito della causa sul decreto-legge n. 50 del 2017, ai sensi del quale i portali devono operare una ritenuta del 21% sull’ammontare dei corrispettivi riscossi per conto delle locazioni brevi non imprenditoriali e devono trasmettere all’Agenzia delle entrate i dati relativi ai contratti di locazione breve conclusi tramite i portali stessi.
Secondo le stime elaborate dal suo Centro studi, che monitora costantemente il mercato online con la collaborazione di tre enti indipendenti (le italiane Incipit Consulting srl e EasyConsulting srl e la statunitense Inside Airbnb), nei cinque anni di mancata applicazione della norma, Airbnb ha omesso di versare imposte per oltre 750 milioni di euro.