Collaboratrice di Immobiliare.it
Da una parte c’è la conferma che le zone centrali comprese tra Brera, il Quadrilatero e corso Magenta hanno prezzi che superano i 16mila euro al metro quadro, con un aumento medio di oltre il 26% negli ultimi 5 anni, dall’altra c’è la riscossa della periferia, che nello stesso periodo di tempo ha visto rincari fino al 50% come nel caso del Vigentino. È quanto emerge dal bollettino Fimaa, analizzato dal Corriere.it, che ha messo a confronto il costo del mattone a Milano nel 2016 e quello – 5 anni dopo – nel 2021. Ecco i dettagli.
Fino a pochi anni fa il percorso delle linee 90-91 per il trasporto pubblico cittadino segnava una sorta di spartiacque fra i quartieri più ambiti, e più cari, e quelli dove il costo del mattone stentava a crescere.
Adesso, invece, come spiega Enzo Albanese, presidente di Fimaa Milano Monza Brianza, questa sorta di barriera è crollata e i rincari si registrano in maniera più o meno uniforme. Tra il 2016 e il 2021 la zona del Vigentino, tra viale Ortles e via Cermenate, ha visto un aumento del 50% per quanto riguarda le abitazioni nuove e del 37,5% per le usate. Mentre a Gratosoglio-Missaglia il nuovo è cresciuto del 45% e l’usato del 36,7%: percentuali molto simili, se non superiori, a quelle di aree più centrali come Parco-Castello (nuovo + 47,3%, usato + 50,7%) e Washington-Po-Vesuvio (+41,4% e +41,5%).
Il bollettino si presta ad alcune considerazioni per il futuro. Sicuramente i quartieri periferici guadagneranno appeal perché si prestano più facilmente rispetto a quelli centrali ai grossi interventi di rigenerazione urbana. Anche per questo, secondo Albanese, “Come è caduta la barriera della circonvallazione dovrà cadere quella dei confini comunali“.
Inoltre gli investitori sembrano interessati alla realizzazione di edifici destinati alla locazione per la fascia medio alta della popolazione. Per quanto riguarda gli affitti a canone calmierato, invece, serviranno fondi pubblici per renderli convenienti anche per i proprietari.