Tre semplici lettere, che tutti i proprietari di un’abitazione o di un immobile hanno sentito almeno una volta: IMU.
Cerchiamo di fare chiarezza, perché non si tratta di materia solo per commercialisti o fiscalisti, ma di un tributo che riguarda da vicino moltissimi italiani.
L’IMU – sigla di Imposta Municipale Unica, a volte indicata anche come Imposta Municipale Propria – è una tassa che va pagata allo Stato ogni volta che si possiede un fabbricato. Ma sono previste anche importantissime eccezioni, che vedremo poco più avanti.
E, nonostante non si tratti certo di una novità dell’ultimo minuto, l’imposta ha una storia relativamente recente, poiché è stata introdotta per la prima volta a partire dal 2012. Senza contare alcune modifiche avvenute nel corso di questi ultimi dieci anni: dal 2014 fino al 2019, l’IMU è stata è stata inquadrata come imposta facente parte, insieme al tributo per i servizi indivisibili (TASI) e alla tassa sui rifiuti (TARI), dell’imposta unica comunale (IUC).
Successivamente, la legge 27 dicembre 2019, n. 160 (legge di bilancio per il 2020) ha abolito, a decorrere dal 2020, la IUC e – tra i tributi che ne facevano parte – la TASI.
Sono, invece, rimasti in vigore gli altri due tributi che componevano la IUC, vale a dire la TARI e l’IMU, quest’ultima come ridisciplinata dalla stessa legge n. 160 del 2019.
Insomma, il quadro normativo può risultare un po’ complesso, soprattutto se lo si affronta per la prima volta. Cerchiamo, quindi, di chiarire meglio qui di seguito i principali aspetti del tributo e di rispondere ai maggiori dubbi in merito.
Volendo usare termini ancora più semplici rispetto a quelli della sezione precedente, l’IMU è la tassa prevista a livello comunale per tutti coloro che possiedono un immobile, che ha sostituito la vecchia Ici, l’Irpef e le altre addizionali regionali e comunali, e che è stata istituita nel 2012 dal governo Monti attraverso la manovra Salva-Italia.
A livello territoriale, l’imposta si applica in tutti i Comuni italiani. Come spesso accade, resta valida l’autonomia prevista dai rispettivi statuti della regione Friuli-Venezia Giulia e delle province autonome di Trento e di Bolzano; per queste ultime, infatti, continuano ad applicarsi, rispettivamente, l’Imposta immobiliare semplice (IMIS) e l’imposta municipale immobiliare.
E sempre per parlare di eccezioni – o meglio di esenzioni, è importante ricordare la principale: per il pagamento dell’IMU sono escluse le abitazioni principali (a meno che non appartengano alle categorie catastali A/1, A/8 e A/9), aree fabbricabili e terreni agricoli.
Per chi volesse maggiori dettagli o approfondimenti, di seguito abbiamo quindi riportato alcune informazioni utili sull’IMU e sul funzionamento di questa imposta.
Anche senza una consulenza legale approfondita, è evidente in modo empirico che il pagamento dell’IMU spetta a tutti proprietari di un immobile situato sul territorio nazionale, a meno che non si tratti della cosiddetta prima casa (più precisamente si dovrebbe parlare, come fatto sopra, di abitazione principale) e che questa non rientra nelle categorie catastali “di lusso”.
Ma è, comunque, possibile individuare alcune categorie di contribuenti che rientrano in casi particolari, perché magari possono accedere a determinate agevolazioni sul piano fiscale, come per quel che riguarda i pensionati residenti all’estero.
Similmente, anche nel caso di piccoli borghi o di località interessate da operazioni di rilancio, i contribuenti – specialmente se titolari di attività commerciali o artigianali – possono godere di alcune forme di esenzione o di alleggerimento dell’imposta.
Ecco, quindi, perché abbiamo riportato alcuni approfondimenti proprio su chi è tenuto a versare l’Imposta Municipale Unica e chi, al contrario, può godere di esenzioni parziali o totali.
Premettendo che si potrebbero sempre verificare delle modifiche a livello legislativo, il pagamento dell’IMU a oggi è suddiviso in due rate per ciascun anno.
La prima rata, di solito indicata anche come “acconto”, va versata entro il 16 giugno.
La seconda, invece, è il cosiddetto “saldo” e la scadenza è fissata per il 16 dicembre.
Che cosa succede se queste due date cadono in un giorno festivo o prefestivo? In questa evenienza, allora, il pagamento slitta al primo giorno lavorativo utile del calendario.
Infine, un contribuente può anche scegliere di pagare la tassa in una volta sola. In questo caso, si avrà pertanto una unica rata, con scadenza fissata sempre al 16 giugno.
Su come pagare l’imposta, le indicazioni ufficiali sono chiare: l’IMU va saldata attraverso il modello F24. E tra le alternative è possibile considerare di pagare online o attraverso gli intermediari fiscali abilitati, come il proprio commercialista o i consulenti fiscali.
Qui di seguito si possono trovare alcuni approfondimenti sulla rateizzazione dell’IMU.
Il pagamento dell’IMU 2022 non è stato oggetto di particolari cambiamenti rispetto alle norme che regolano il versamento di questa imposta rispetto agli anni precedenti.
Ma discussioni e chiarimenti sul tema non sono certo mancati. Hanno tenuto banco a lungo, per esempio, le proposte del governo per fornire misure di sostegno ai proprietari di case in affitto che non percepiscono il canone a fronte del blocco degli sfratti.
In maniera analoga, lo scorso Decreto Sostegni bis ha introdotto alcune agevolazioni che riguardano proprio il pagamento dell’Imposta Municipale Unica.
Ecco perché abbiamo scelto di raccogliere in questa sezione tutte le principali novità che riguardano l’imposta, in modo da poter offrire un quadro sempre aggiornato e il più dettagliato possibile per i contribuenti.