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L’acquisto di una casa è un passo importante nella vita di molte persone. Per tanti italiani, la casa è il sogno della vita, è segno di stabilità, o investimento per una seconda entrata come fonte di reddito, che sia per affitti, affitti brevi o vendita. Ma quando si acquista o affitta un immobile, bisogna considerare due differenti informazioni utili, in particolare la classe catastale e la categoria catastale. È importante conoscere la differenza, e il significato di questi due dati. Vediamo cosa rappresentano, come si calcolano e perché sono fondamentali.
Come definire la classe catastale
La classe catastale è un indicatore della produttività di un immobile, vale a dire della sua capacità di generare reddito. La classificazione viene assegnata a ciascuna unità immobiliare accatastata all’interno delle categorie catastali che raggruppano immobili con caratteristiche simili.
La scala di raggruppamento della classe catastale è organizzata in due seguenti categorie:
- Classe catastale da 1 a “n”: il numero 1 indica la rendita catastale più bassa, che cresce da 1 a “n” all’aumentare della redditività e del pregio dell’immobile;
- Classe catastale U “unica”: indica l’assenza di una ripartizione in classi per quella specifica categoria o edificio.
Come si determina la classe catastale?
La classe catastale è determinata da differenti fattori e variabili da prendere in considerazione. Ecco quali:
- Superficie catastale: l’area dell’immobile misurata in metri quadri;
- Destinazione d’uso: l’utilizzo per cui l’immobile è stato progettato (abitazione, ufficio, negozio, ecc.);
- Caratteristiche costruttive: i materiali utilizzati per la costruzione, la qualità degli impianti e delle finiture;
- Ubicazione: la posizione dell’immobile in riferimento al contesto urbano e alle sue infrastrutture.
Come si stabilisce la classe di un immobile?
La classe di un immobile viene stabilita dalla sezione territoriale dell’Agenzia delle Entrate, in base a due criteri principali, quali:
- Categoria catastale: serve a identificare la tipologia di un immobile, ossia la sua funzione principale. Queste categorie sono raggruppate in lettera maiuscola, dalla A (abitazioni) alle E (fabbricati a uso speciale);
- Rendita catastale: questo valore rappresenta la produttività di un immobile, quindi la sua capacità di generare reddito. Il valore viene calcolato in base alle variabili sopraelencate.
Esempio di classe catastale
Più alta è la rendita catastale, e quindi la classe, maggiore sarà il valore fiscale dell’immobile. Pertanto, ipotizziamo di possedere un appartamento di 100 metri quadri, situato in centro città, accatastato in categoria catastale A/2 (abitazione civile). Il nostro immobile avrà una classe catastale più elevata rispetto a un appartamento di 50 metri quadri situato in periferia.
L’attribuzione della classe catastale avviene generalmente in due seguenti momenti:
- alla presentazione della domanda di accatastamento: in questo caso, è un tecnico abilitato a calcolare la rendita catastale e a proporre la classe catastale;
- in seguito a una variazione urbana: se si modifica lo stato dell’immobile (ad esempio, per lavori di ampliamento o di ristrutturazione), la classe catastale può essere modificata.
Come conoscere la classe catastale
È possibile conoscere la classe catastale della propria casa, consultando la visura catastale. Questo dato è importante per diverse ragioni, anche per il calcolo delle imposte, per la valutazione del valore dell’immobile e l’accesso a mutui e finanziamenti, quindi in caso di compravendita o investimento immobiliare sull’edificio.